il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2019
Non è ancora finito il controllo dei voti per il Senato
C’è chi come Cinzia Bonfrisco non si dà pena: anche se dovrà lasciare il Senato per lei è sicuro o quasi un seggio al Parlamento europeo, dove è candidata sempre con la Lega. Ma c’è pure chi si danna perché rischia di perdere lo scranno e chi ovviamente non vede l’ora di varcare le porte di Palazzo Madama seppure ai supplementari. È passato un anno dalle Politiche, ma è come se i seggi non si fossero mai chiusi: sia alla Camera che al Senato infatti sono in corso le procedure per l’ufficializzazione delle elezioni di marzo 2018. La notizia è che potrebbero riservare qualche sorpresa, specie a Palazzo Madama.
Il patron della Lazio, Claudio Lotito, spera con tutte le sue forze che il suo ricorso venga accolto almeno quanto che i biancocelesti riescano a centrare l’obiettivo della Champions. L’aspirante senatore non ha mai gettato la spugna convinto di essere stato ingiustamente escluso: entro l’estate si scoprirà se gli errori, le discordanze e le anomalie nelle trascrizioni dei voti assegnati nel collegio campano, dove era candidato, scovati dagli uffici di Maurizio Gasparri, che pure è di stretta ortodossia calcistica giallorossa, gli restituiranno il maltolto.
Più stretti i tempi per la ricognizione dei verbali del collegio calabrese in cui è risultato eletto a marzo Matteo Salvini. Lì le anomalie non sono davvero mancate in sede di assegnazione dei voti: in due seggi ad esempio tutte le preferenze sono state assegnate alla Lega, il che statisticamente è un risultato che non si spiega se non con un errore di trascrizione. Fatto sta che la senatrice per ora mancata Fulvia Michela Caligiuri di Forza Italia spera di vedersi attribuire il seggio che è andato al leader del Carroccio. Salvini, comunque, è risultato eletto pure in altre regioni: nel caso in cui Caligiuri dovesse essere proclamata eletta al suo posto in Calabria, diventerebbe un senatore del Lazio. A farne le spese la sua collega di partito Cinzia Bonfrisco, già pronta per Bruxelles.
Sono invece al sicuro i seggi scattati nel Lazio per Pierpaolo Sileri del Movimento 5 Stelle e Paola Binetti di Forza Italia: il riconteggio delle schede nel loro caso non si farà perché lo scarto con chi ha visto sfumare l’elezione, rispettivamente Lavinia Mennuni di Fratelli d’Italia e il pentastellato Mauro Vaglio è troppo ampio.
Verso la conferma anche gli eletti nella circoscrizione estero con l’eccezione del Sudamerica rispetto a cui bisognerà attendere aggiornamenti dalla Procura di Roma sullo stato di alcuni procedimenti penali, segnalati in un esposto. Ancora buio fitto invece sull’assegnazione del seggio scattato nella quota proporzionale al Senato per il M5S che però aveva avuto più voti che candidati: i pentastellati hanno proposto di attingere dalla lista dei supplenti pentastellati ma Bruno Alicata spinge perchè il seggio venga assegnato a Forza Italia che nel collegio ha ottenuto il maggiore resto.
Sotto la lente di ingrandimento del Senato pure l’attribuzione del seggio in Puglia lasciato libero da Licia Ronzulli di Forza Italia che è risultata eletta pure nel collegio uninominale. Niente a che vedere comunque col riconteggio che riguarda addirittura le schede del collegio uninominale 5 dell’Emilia Romagna dove è stata contestata l’elezione del padre del terzo settore Edoardo Patriarca del Pd: un lavoraccio per i membri del Comitato istituito in seno alla Giunta costretto agli straordinari.