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 2019  aprile 20 Sabato calendario

I turisti tedeschi sono cambiati: non vanno più in giro con sandali e calzini e non si presentano più a torso nudo al breakfast in hotel

È una vecchia battuta: scende un passeggero dall’aereo in sandali e calzini corti, è un tedesco. Scende un altro con il telefonino incollato all’orecchio, è un italiano. Scende in sandali, calzini, e telefonino in pugno, è un altoatesino. I pregiudizi sono per sempre, inutile tentare di combatterli. Gli italiani in vacanza sono rumorosi e pretendono il pane a tavola? Tedeschi e inglesi urlano di più all’estero, come non oserebbero mai a casa loro? Pregiudizi e luoghi comuni, ma è vero che gli italiani divorano il pane. Lo so per esperienza personale, se invito qualche amico a Berlino, a volte mi trovo in imbarazzo nei ristoranti tedeschi dove sono conosciuto. Ne pretendono un paio di cestini a testa, i berlinesi non capiscono. Una volta lo facevano pagare extra, qualche pfennig, i centesimi di una volta, per ogni panino o fetta. Hanno imparato a conoscerci, non si sorprendono più. Airbnb ha condotto un sondaggio che dovrebbe sfatare i pregiudizi sui tedeschi, pubblicato da Die Welt. L’impresa, presente oggi in 190 paesi, ha raggiunto, l’anno scorso, un giro d’affari di trenta miliardi di dollari. La sua ricerca è importante per l’industria turistica. Calzini teutonici? Appartengono al passato, come il vizio di occupare al mare tutte le sedie a sdraio all’alba con gli asciugamani, e presentarsi in calzoncini corti e torso nudo a colazione. Solo l’11% dei turisti oserebbe ancora sfoggiare i sandali e i calzini amati perfino dal cancelliere Kohl. Il 16% confessa di avere almeno una volta conquistato la Liegestuhle con l’asciugamano, vizio secondo me condiviso dai britannici. Solo una minoranza confermerebbe i vecchi pregiudizi, assicura il sondaggio, tuttavia il 26% dei tedeschi si «vergogna ancora» per le abitudini all’estero dei propri connazionali. Colpevoli sono sempre gli altri.
Superficiali, interessati solo al cibo, al vino, al sole? Nein, garantisce Alexander Schwarz, responsabile di Airbnb per la Germania (un mercato per la società di otto milioni di utenti). Sempre più i turisti si interessano alla cultura del luogo che visitano e vogliono conoscere le abitudini degli abitanti. Il 60% desidera una vacanza «fuori dai luoghi turistici». E cerca di scambiare almeno qualche frase nella lingua di chi li ospita, ma ancora il 18 % pretende di parlare tedesco in pizzeria o alla pensione. Warum nicht? Perché no? Sulla Riviera Adriatica o a Ischia ormai la maggioranza di albergatori e camerieri se la cava con la lingua di Frau Angela.
Il 45% compra souvenirs che poi non sa dove mettere quando torna a casa. Il 33% applaude dopo l’atterraggio. Non mi pare, lo faranno nei voli charter, e questo è un mio pregiudizio. L’11% rubacchia qualcosa in albergo, dall’accappatoio alle stoviglie. I pregiudizi, in fondo, non sono sempre negativi. Servono a stabilire un contatto, nel bene e nel male. Casa mia, a Roma, una volta tranquillissima, è ora circondata da cinque o sei B&B, gestiti da russi, e amati dai loro connazionali. Non so che vengano a fare nella Città Eterna, passano le notti sul balcone a bere vino di pessima qualità (presumo) e a cantare. Pensano di essere in un film di Woody Allen.
Io minaccio in inglese di chiamare la polizia. Loro pensano agli agenti del Texas e tacciono. I vigili romani non verrebbero mai. O forse pensano che sia meglio stare tranquilli nella patria della mafia. Non lo so, però funziona. Ma il giorno dopo ne arrivano altri. Nessun turista ha mai cantato in tedesco.