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 2019  aprile 23 Martedì calendario

Sugli aerei 2.400 casi di ubriachi molesti all’anno

Il problema è così reale che tra gli assistenti di volo vengono stilate le classifiche delle rotte dove s’incrociano più passeggeri ubriachi. Tra Regno Unito e Baleari. Tra Olanda e Portogallo/Spagna. Tra Germania ed Europa dell’Est. «A Palma di Maiorca una delle principali cause delle partenze ritardate l’estate passata è stata la presenza di persone piene d’alcol in corpo», stima una hostess di una delle principali compagnie low cost d’Europa.
Una criticità che riguarda quasi tutto il mondo. I passeggeri in stato di ebbrezza sono la seconda causa di problemi in volo per i vettori secondo «Steades», il database della Iata, l’associazione internazionale che raccoglie la maggior parte delle aviolinee. Il 27% delle denunce complessive inoltrate nel 2017 (ultimo dato disponibile) ha riguardato persone che si sono imbarcate già alticce o che lo sono diventate una volta in alta quota. In alcuni casi sono così fuori controllo da costringere a un atterraggio d’emergenza. 
Nell’intero anno ci sono state 8.731 segnalazioni di «unruly passengers», di viaggiatori problematici. La prima ragione di problemi a bordo è stata la «mancata osservanza delle regole di bordo» come, ad esempio, allacciarsi le cinture di sicurezza (49%). Al secondo posto compaiono gli ubriachi con 2.454 report. Tra questi ultimi 562 episodi hanno avuto origine prima del decollo. «È bene ricordare che questi sono valori sottostimati: non tutti i vettori sono membri della nostra associazione e non tutti gli associati comunicano i dati», dice Tim Colehan, direttore degli Affari esterni della Iata. 
La Iata non fornisce le statistiche per Paese, ma conferma che soltanto nel Regno Unito gli incidenti collegati all’alcol sono aumentati del 325% dal 2013 al 2017.
Le compagnie aeree danno la colpa agli aeroporti: per i passeggeri – sostengono – è troppo facile comprare queste bevande, s’imbarcano ubriachi e provocano confusione. Ryanair ha persino chiesto ai duty free di non vendere più di due bicchieri per carta d’imbarco e il divieto di somministrazione prima delle 10 del mattino. I gestori degli scali respingono le accuse. E ricordano che buona parte delle bottigliette vengono vendute in alta quota.