Il Messaggero, 23 aprile 2019
Il film su Stanlio & Ollio
«Questa è una grande storia d’amore». Così dice, tutt’altro che a torto, il regista Jon S. Baird presentando Stanlio & Ollio, l’irresistibile biopic sulla coppia comica più popolare di sempre, in uscita nelle nostre sale il 1° maggio distribuito da Lucky Red, dopo l’applauditissima anteprima ospitata dalla Festa di Roma.
Toccante, malinconico ma anche molto divertente, il film è interpretato con credibilità, sensibilità e umorismo da Steve Coogan (Stanlio) e John C. Reilly (Ollio), entrambi 53enni, coadiuvati dallo spettacolare make-up e da un coinvolgimento profondo. E racconta l’inossidabile amicizia che legò Stan Laurel e Oliver Hardy (apparsi, tra il 1927 3 il 1950, in oltre 107 pellicole) nel momento del declino, quando la loro stella è ormai appannata e nessuno li vuole più.
I ROVESCI
È il 1953 e i due attori, quasi dimenticati dal pubblico e tenuti a distanza dai produttori che invece grazie a loro si erano arricchiti, senza più un soldo in tasca, per sopravvivere si trovano costretti ad esibirsi nei teatrini scalcinati della provincia inglese e a dormire negli alberghi più sordidi. Ma il loro legame è ancora forte e destinato a sopravvivere ai rovesci della fortuna e addirittura alla morte: Laurel, che si era rifiutato di lavorare con un altro attore quando Hardy si era ammalato, continuò a scrivere gli sketch per la coppia anche dopo la scomparsa dello storico partner, avvenuta nel 1957. E andò avanti fino alla propria morte sopraggiunta nel 1965. «Sono un fan di Stanlio e Ollio da quando ero un bambino», racconta Baird, 46 anni, scozzese, ingaggiato dalla produzione dopo aver terminato la serie Babylon ideata da Danny Boyle. «Possiedo ancora delle foto di me e un amico vestiti come la celebre coppia comica. Io facevo Hardy», racconta sorridendo il regista. «Ho accettato perciò con grande piacere di dirigere il film, consapevole che avrei affrontato una sfida enorme: la popolarità dei due comici, icone dello spettacolo di tutti i tempi, è ancora immensa e il rischio di sbagliare era in agguato». Aggiunge: «Essendo un fan della coppia, anziché raccontarne i successi che tutti conoscono ho preferito percorrere una strada diversa: mi sono concentrato sulla fase più difficile della loro carriera, quando il lavoro precipita ma i due capiscono di volersi molto bene. Sono infatti i loro sentimenti, la loro vita interiore, i veri protagonisti della storia che racconta un’amicizia più grande della vita».
IL TRADIMENTO
Il film non tralascia di rievocare un episodio che aveva segnato il celebre sodalizio: la decisione di Ollio di girare un film, Zenobia – Ollio sposo mattacchione, senza Stan. «È come un matrimonio tra due persone che si amano», commenta Baird, «ma una delle due in passato è stata infedele. Un giorno l’altra ha l’occasione di rendere la pariglia: ma chissà se la coglierà». Quanto agli attori, il primo ad essere scelto è stato Reilly, che si è dimostrato poi decisivo per convincere Coogan ad entrare nel progetto. «Quando incontrai John per proporgli la parte di Hardy», racconta Baird, «l’attore mi rispose di getto che gli sembrava una responsabilità troppo grande, perché Ollio era da sempre il suo eroe. Ma subito dopo aggiunse che, pur essendo terrorizzato dalla responsabilità, non avrebbe permesso a nessun altro di girare il film al posto suo...».
Il film ricostruisce balletti, vita sul set, duetti, litigate con i produttori. Ma lascia anche spazio alle mogli dei protagonisti, interpretate da Nina Arianda (Ida Kaeteva Laurel) e Shirley Henderson (Lucille Hardy). «Sono state considerate due prepotenti impegnate a bistrattare i mariti, in realtà sono state due donne forti, intelligenti e sincere. Due autentiche rocce, sempre pronte a sostenere il duo nell’ombra», spiega il regista. Resta da capire perché Stanlio & Ollio, acclamato dalla critica del mondo intero (ha ottenuto il 93 per cento dei consensi sull’implacabile sito Rotten Tomatoes), sia stato snobbato dagli Oscar. Uno dei tanti errori del premio che, per dire, lasciò a bocca asciutta film come Taxi Driver, Shining, Blade Runner e registi come Hitchcock e Welles.