il Giornale, 21 aprile 2019
Le previsioni finanziarie delle scimmie
Se nelle previsioni finanziare le scimmie riuscissero ad avere gli stessi risultati degli esperti? Quale lezione ne dovremmo trarre? Purtroppo, per i teorici delle previsioni finanziarie, lo studio che mette sullo stesso piano analisti e scimpanzé esiste. Il confronto tra andamenti dei mercati finanziari, previsioni di professionisti della finanza e previsioni «scimmiesche» è stato realizzato da Star Capital Ag, una società d’investimento tedesca. Quelli di Star Capital si sono ispirati a un vecchio teorema legato al calcolo delle probabilità, chiamato anche «Teorema della scimmia instancabile». In pratica, lo studio di Borel-Cantelli, i due matematici che lo hanno dimostrato, dice che se mettiamo davanti alla tastiera di un computer una scimmia instancabile, continuando a pigiare a caso ed instancabilmente sulle lettere, quella scimmia sarà in grado di scrivere la Divina Commedia. Non per capacità naturalmente: la scimmia lo farà semplicemente per probabilità. Ma tutto questo com’è stato utilizzato da Star Capital?
I ricercatori hanno preso come riferimento per i loro studi l’andamento del Dax 30, l’indice che rappresenta i migliori 30 titoli azionari tedeschi. E ne hanno riportato, anno per anno, dal 2001 al 2018, quattro dati: il primo è il valore di chiusura al 31 dicembre; il secondo è la variazione percentuale rispetto all’anno precedente; il terzo la previsione fatta a inizio anno da un panel di analisti finanziari; il quarto la variazione percentuale rispetto all’anno precedente. Per esempio: nel 2002 il Dax ha chiuso a quota 2.893 punti, con un calo sul 2001 pari a -44%; mentre gli analisti finanziari avevano previsto una chiusura a 5.779 punti, con una crescita del 12%. Confrontando i valori percentuali, la differenza tra valore reale e previsione («error»), per il 2002 è stata del 56% (pari alla distanza tra -44 e +12). Ripetendo tale calcolo per tutto il periodo, solo in una occasione su 18, precisamente nel 2015, i valori di mercato e le previsioni si sono ritrovati d’accordo, tanto che, con error pari a zero. Ma gli scimpanzé? Cosa c’entrano?
Ebbene, così come per il Teorema di Borel-Cantelli, anche in questo caso, quelli di Star Capital hanno ipotizzato di mettere davanti alla tastiera di un computer uno scimpanzé. Hanno poi teorizzato che lo scimpanzé, anno per anno, casualmente pigiasse sempre sullo stesso tasto, quello del numero 9, tanto da determinare una previsione sempre identica del 9% per ognuno degli anni presi in esame nella tabella. Naturalmente anche la scimmia ha commesso molti errori e casualmente, anche la scimmia, ha azzeccato in un’unica occasione la sua previsione, guarda caso relativamente allo stesso anno, il 2015, per il quale anche gli analisti finanziari avevano fatto una previsione corretta.
E non si tratta dell’unica analogia tra i due generi di previsioni. Perché lo studio di Star Capital ha anche calcolato l’errore medio di tutto il periodo preso in esame. E, sia che si tratti degli analisti finanziari, sia che si tratti dello scimpanzé, la media di errore previsionale è stata uguale, pari al 18%.
La morale della ricerca? Forse è che le previsioni, di qualunque genere siano, lasciano il tempo che trovano. E allora i nostri risparmi, i nostri capitali, meglio non lasciarli in balia delle ipotesi. Prevedere fa a pugni con investire, con progettare, con diversificare. Cioè con il seguire strategie e metodi che ci portino là dove abbiamo i nostri progetti di vita.