Libero, 21 aprile 2019
Da Morgan a Cicciolina, vip finiti in miseria
«Egregio signore le scrivo per pregarla con cortese urgenza di concedermi fino al 10 ottobre 1931 per tutti i pagamenti che scadranno da qui a quella data. La mia situazione è dunque, al momento, la più difficile che si possa immaginare…». La suddetta supplica non è esalata da Sandra Milo la quale, poco tempo fa, evocava il suo inferno debitorio con l’Agenzia dell’Entrate pensando al suicidio, in diretta, nel programma Verissimo di un’esterrefatta Silvia Toffanin. No. Questa è la missiva giunta all’Ufficio delle imposte dirette di Wilmersdorf; una preghiera disperata che lo scrittore tedesco Walter Benjamin -uno dei più noti del suo tempo-, strozzato dall’erario, scrisse alla sua Equitalia dell’inizio del secolo scorso (lettera pubblicata in Italia in Breve scambio epistolare con il fisco, ed. Henry Beyle). E m’è tornata in mente proprio mentre la Milo, 86 anni, segnata in volto da una ragnatela di angoscia, raccontava alla Toffanin che «mi hanno chiesto 3 milioni, poi hanno riformulato. Mi hanno confiscato tutto, quello che guadagno va all’Agenzia delle Entrate. Perché il mio Paese mi tratta così?». Si consoli signora Milo, non è l’unica a confessare la sua pubblica dimensione di tartassata. Di recente il cantante Morgan, a Striscia la notizia, ha lamentato la «procedura di espropriazione immobiliare promossa da Asia Argento»: ha dovuto lasciare la propria casa e dormire -a suo dire- in strada perché non ha provveduto agli alimenti delle figlie dovute a due mogli diverse. E a Cicciolina e al di lei vitalizio da ex parlamentare pignorato per una faccenda di spese condominiali non pagate, Paolo Del Debbio -spinto anche da una memoria ormonale d’adolescente confessata in studio- ha dedicato una puntata del suo programma Dritto e rovescio.
ALTRI TEMPI
Da lì la callida Ilona Staller che un tempo nel suo superattico di 250 metri sulla Cassia accoglieva politici, pitoni e tigri del Bengala in cattività (poi cadute nel balcone sottostante) ha dichiarato di voler vendere, con la morte nel cuore, «l’abito verde, con la bandiera italiana, con cui sono entrata in Parlamento: dal mio punto di vista, all’asta, può valere un milione di euro», pure se, al di là del mio indubitabile patriottismo, la valutazione mi pare ottimistica. Come ottimistico appare il numero dei vip distrutti dal successo i quali, precipitati nell’abisso dell’indigenza, in molti casi ambiscono ad una gamma di sostegni che variano dalla legge Bacchelli al reddito di cittadinanza. Ci sono l’ubiquo Leopoldo Mastelloni, e Gianfranco D’Angelo che afferma che i 2000 euro al mese di pensione lo costringono a lavorare oltre gli 80 anni. E la soprano Luciana Turina che s’inalbera nello studio Rai di Storie italiane («La Bacchelli la danno in punto di morte e io nun voijo morì»). E i comici Marco Milano (il Mandi Mandi della Gialappas Band), Marco Della Noce e Maurizio Ferrini. E Nick Luciani, il biondo dei Cugini di campagna, che per sopravvivere pare sia costretto a fare il muratore. Per non dire di Marco Baldini il quale, dopo essersi bruciato capitali interi al gioco ora vive una storia personale di riscatto. O Alvaro Vitali, re della commedia sexy anni 70 ridotto, per sua colpa, ad accattone pasoliniano.
SCELTE SBAGLIATE
Ora, è vero che l’economista Keynes diceva che sfuggire alle tasse è l’unica impresa intellettuale che offra ancora un premio. Ed è vero pure che la casistica della cattiva coscienza dell’Agenzia delle Entrate è quotidianamente aggiornata (consiglio di leggere, un esempio per tutti, la storia di Gianfranco Franciosi, infiltrato per lo Stato nei narcos e poi tradito dallo stesso Stato che l’ha coperto di cartelle esattoriali). Epperò, il dramma della povertà non è sempre e solo colpa dello Stato. E ogni volta che osservo un vip lamentarsi, davanti alle telecamere, sulle miserie del proprio portafoglio, be’, i dubbi mi assalgano. Barbara D’Urso, sui “poveri e famosi” a Domenica Live ci apparecchiò perfino un suo salotto, tra il melodramma e il trash, sempre di grande ascolto. Ma spesso, in quel caso, ad un iniziale e spontaneo senso di pietas, mi si sovrappone l’idea, fastidiosa, della propria dignità calpestata. Perché sputtanarsi in pubblico? Molti dei suddetti vip hanno fatto scelte e investimenti sbagliati; molti altri piangono miseria ma guadagnano assai più di un italiano medio (Morgan è ancora a fare il giudice a The Voice, su Raidue ha condotto uno speciale sui Queen, gira per concerti); il resto si crede Carlo Goldoni, Valentino Zeichen, o Bacchelli. O Walter Benjamin, appunto. Però Benjamin, pur in ristrettezza economica, onorò i suoi debiti, pare rateizzandoli, e senza rompere pubblicamente gli zebedei a nessuno…