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 2019  aprile 21 Domenica calendario

I volontari Usa al confine con il Messico

Le milizie di cittadini volontari del gruppo degli United Constitutional Patriots (UCP), che pattugliano da mesi il confine con il Messico al fine di aiutare gli agenti federali a tamponare il flusso dei clandestini, hanno “detenuto” per alcune ore, qualche giorno fa, oltre 300 persone che avevano superato una facile recinzione nei pressi della città di Sunland, in Nuovo Messico. I vigilantes sono stati con il gruppo di migranti fino a quando non sono arrivate le guardie del Patrol Border che li hanno presi in consegna. Tra gli irregolari c’erano molti bambini e donne, come è ormai caratteristico dell’ultima ondata di arrivi, pressoché tutti composti da nuclei famigliari dai Paesi del Centro America in cerca di asilo. Un video documenta l’episodio. Si assiste al fermo di massa delle centinaia di persone che sono sedute o in ginocchio. Sono soddisfatte di aver raggiunto il territorio americano, con la garanzia di finire in custodia federale e di poter fare la richiesta di residenza per motivi umanitari, fuggendo dal crimine e dalla povertà. Chi gira il filmato è stupito di quanti bambini e malati siano arrivati «proprio attraverso la nostra porta, qui dietro». E commenta: «Non so che cosa dire su questo episodio, oltre al fatto che tutto ciò deve finire». Girato dal vivo e mostrato in diretta su Facebook, il video fa vedere che la Pattuglia di Confine arriva e accompagna il gruppone di clandestini attraverso il deserto. Si nota che i membri della milizia, composta soprattutto da ex poliziotti e veterani, sono in buoni rapporti con gli agenti federali del Patrol Border, che non hanno rilasciato dichiarazioni sul fatto ma ribadito la posizione ufficiale: i volontari che notano attività illegali devono chiamare il 911 invece di fare da sè. La reazione dei Democratici, della ACLU (Associazione delle Libertà Civili, notoriamente di sinistra), e della stampa liberal è stata però di sdegno e di condanna, e ovviamente sopra le righe e faziosa. La ACLU l’ha chiamata un’operazione di «kidnapping» (sequestro) in una lettera al governo statale in cui denuncia le milizie «di danneggiare gli sforzi legittimi degli ufficiali statali incaricati di far rispettare la legge per tenere sicure le famiglie del New Mexico». «Non possiamo permettere a vigilantes razzisti e armati di rapire e sequestrare gente che vuole l’asilo». E l’Attorney General dello Stato, il Democratico Hector Balderas, ha intimato che «questi individui non dovrebbero tentare di esercitare l’autorità riservata alle forze dell’ordine». Il portavoce dell’UCP, Jim Benvie, respinge la caratterizzazione dell’azione come un qualcosa di illegittimo, e tantomeno di minaccioso verso gli immigrati pacifici. «Diamo solo un ordine verbale di arresto, e non li tratteniamo se non vogliono rimanere», ha detto al New York Times. E ha aggiunto che ai membri del gruppo è specificamente chiesto di non puntare le loro armi a nessuno dei migranti. I miliziani devono essere armati di tutto punto, ha spiegato, perché la loro missione interferisce con le operazioni delle bande criminali che gestiscono il traffico umano. Benvie ha detto che i vigilantes hanno offerto ai clandestini 20 dollari per fare i nomi dei trafficanti prezzolati che li hanno aiutati a varcare la frontiera, ma che nessuno ha accettato di fare la spia. “Siamo persone che si preoccupano per le ristrettezze di cui soffrono le Pattuglie di Confine”, ha detto Benvie. E il leader del gruppo, che ha dato il nome di Johnny Horton Jr in un’intervista, ha rivendicato il fatto che soltanto nell’ultimo mese sono stati “fermati” circa 3500 irregolari.