il Fatto Quotidiano, 21 aprile 2019
A Reggio Emilia i primi bagni per il terzo sesso
Lei, lui e l’altro. Inteso come genere. Bagni gender free nel municipio di Reggio Emilia ma non solo. Perché la città in cui è nato il tricolore diventa la prima, in Italia, a trattare la questione degli orientamenti sessuali anche sul piano amministrativo oltre che istituzionale. A breve quindi in municipio verranno aperti i bagni “neutrali”, ma il Comune ha peraltro deciso di inserire la terza opzione – oltre all’opzione maschio e femmina – in tutti i questionari e più in generale nella documentazione amministrativa.
In aggiunta “all’adozione di un linguaggio inclusivo” a Reggio Emilia hanno stabilito che i lavoratori di tutti gli enti della pubblica amministrazione possano utilizzare la dicitura “alias” durante l’intera fase di transizione sessuale. Stessa facoltà è prevista per gli studenti universitari rispetto ai loro libretti.
Tutto ciò passa attraverso il “protocollo operativo per il contrasto all’omotransnegatività per l’inclusione delle persone Lgbti”: un’assunzione di responsabilità visto che il documento è stato siglato da un insieme di realtà tra cui gli istituti penali, l’ufficio scolastico territoriale, l’Ateneo oltre all’Istituto scuole e nidi d’infanzia.
Dal palazzo di giustizia poi c’è l’impegno a comunicare annualmente il numero di procedure in corso che abbiano come oggetto discriminazioni sull’orientamento sessuale o l’identità di genere. L’intenzione è creare una banca dati e un archivio. Un anno fa Reggio Emilia aveva ospitato il gay pride e il protocollo è la prosecuzione di quella scelta fatta sempre dall’amministrazione locale.
A livello regionale, al contrario, è ferma la legge regionale contro tutte le discriminazioni Lgbti, stoppata per un emendamento che riguarda la maternità surrogata.