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 2019  aprile 21 Domenica calendario

“Viva i pensionati!” La famiglia Fatuzzo punta l’Europa

C’è uno strillo surreale che risuona nell’aula della Camera ogni volta che l’onorevole Carlo Fatuzzo prende la parola. Che si discuta di reddito di cittadinanza o dissesto idrogeologico non fa differenza, i suoi interventi finiscono con lo stesso grido di battaglia: “Viva i pensionati! Pensionati all’attacco!”. Per quanto strambo, non si sorprende nessuno: sono tutti abituati al deputato situazionista, i suoi discorsi sono diventati un rituale collettivo. Quando parla Fatuzzo se la ridono tutti, specie il presidente Roberto Fico. Ma intanto – attacco dopo attacco, legislatura dopo legislatura – Carlo Fatuzzo seppellisce tutti: il Partito Pensionati è diventato il più antico d’Italia.
Carlo ha la fulminante intuizione nel 1987. Genovese, classe 1944, diploma di ragioniere e perito commerciale, di mestiere radiotelegrafista. Alla tenera età di 43 anni decide di puntare su una specifica nicchia elettorale della senescente società italiana: i pensionati. È l’inizio di una storia a suo modo indimenticabile. Il ragioniere ha un piccolo ma preziosissimo seguito, soprattutto al Nord, che nel 1999 gli permette il grande salto: le 230.729 preferenze dei Pensionati alle elezioni europee gli valgono un seggio a Strasburgo.
Fatuzzo ha vinto la lotteria. Il valore del montepremi lo calcolano Rizzo e Stella ne La Casta: a fronte di un investimento di 16.435 euro per la campagna elettorale, lui e il suo partito ottengono un rimborso vicino ai 3 milioni; 180 volte il valore della cifra stanziata. Il Partito pensionati è una piccola ma fruttuosa azienda politica.
La gestione è rigorosamente familiare. Il comando, come nelle migliori tradizioni, passa direttamente dal capostipite agli eredi. Così la giovane Elisabetta, figlia di Carlo, viene imbarcata nell’impresa sin dal principio: a 20 anni è già dirigente dei pensionati.
Anche la sua carriera è generosa: nel 1990 è eletta contemporaneamente consigliere comunale a Bergamo e consigliere regionale in Liguria. Le due cariche – incredibile a dirsi – non sono incompatibili: lo Stato pare riconoscerle il dono dell’ubiquità. Nel 2005 poi Fatuzzo jr approda in consiglio regionale in Lombardia, dove rimane per due consiliature. E inciampa nell’inchiesta sulle spese pazze del Pirellone, la stessa che coinvolge (tra gli altri) il Trota Renzo Bossi, Nicole Minetti e il capogruppo leghista Massimiliano Romeo.
I consiglieri – ricorderete – con i fondi pubblici si concedevano un po’ di tutto: cene, pranzi, latticini, stuzzicadenti, degustazioni, viaggi. La Fatuzzo è nel mucchione dei condannati: 1 anni e 10 mesi in primo grado. Minuzie: la nostra è ancora in sella, Forza Italia l’ha candidata per le Europee di fine maggio; Silvio Berlusconi non si è dimenticato di lei.
Come potrebbe? Il rapporto tra l’ex Cavaliere e papà Carlo è intenso. Fatuzzo e i suoi pensionati sono una storica (piccola) stampella del centrodestra. Con una drammatica eccezione: il tradimento del 2006. Fatuzzo senior si incontra con Romano Prodi a Bologna e stringe un accordo elettorale: il suo piccolo popolo grigio si consegna all’Unione e al centrosinistra. L’esito è clamoroso: Fatuzzo regala a Prodi 200mila voti, non viene eletto ma risulta decisivo per la vittoria del professore. Che non lo ricompensa: nemmeno una misera poltrona da sottosegretario. Berlusconi però è magnanimo: una tiratina d’orecchie (“Ma ti rendi conto che hai consegnato l’Italia ai comunisti?”) e subito il perdono. Dal 2008 i Pensionati tornano nel centrodestra. Il frutto più dolce lo raccoglie 10 anni dopo: il 4 marzo 2018, dopo varie legislature comunali, regionali ed europee, The Fatuzzos approdano in Parlamento; Carlo è eletto da indipendente nelle liste di Forza Italia.
Da quel giorno è uno show continuo. Fatuzzo è incontenibile. Un incubo per i commessi di Montecitorio che talvolta devono inseguirlo e sequestragli le bandiere del Partito Pensionati che introduce di nascosto (e sventola durante le discussioni più calde).
Un’incognita per chi presiede l’aula, per i suoi interventi verbosi e spesso avulsi dal dibattito. Ma pure uno spasso, più o meno volontario. Come quando in un momento di sincerità Fatuzzo commenta con terrore la legge sul voto di scambio politico-mafioso: “Con questa riforma dovremo spostare il Parlamento dentro una galera”. O quando saluta i colleghi prima delle ferie: “Con grande simpatia mi permetto di utilizzare questi 60 secondi per augurare a tutti la buona Pasqua, a tutti i colleghi indistintamente di qualunque gruppo politico siano; e a tutti i Pasquali, come il mio collega al mio fianco Pasquale Cannatelli, e a tutti i Pasquali d’Italia. E soprattutto a tutti i pensionati, qualunque nome abbiano, una Buona Pasqua. Viva i pensionati! Pensionati, all’attacco”.