la Repubblica, 20 aprile 2019
La borraccia rossa di Greta
Insieme al suo cartello (“Skolstejk För Klimatet”) Greta Thunberg reca con sé in viaggio la propria borraccia rossa per l’acqua, per non sprecare la plastica. Il messaggio è chiaro: No plastica! Da tempo in molti si sono convertiti come lei alla borraccia, in sostituzione delle piccole bottiglie di 50 centilitri distribuite un po’ ovunque, le quali, a loro volta, sono entrate in uffici e scuole circa venti anni fa: l’acqua portatile. Ora la borraccia di alluminio elimina le plastiche e ne diminuisce il consumo. La borraccia è un contenitore di alluminio o altro materiale; caduto per un certo tempo in disuso, salvo che nello sport, e nel ciclismo in particolare. Lo usavano, e lo usano ancora, i militari nei climi caldi. La sua origine è spagnola, come certifica la parola Borracha: “fiasca di cuoio”. Il termine compare nei racconti di quella letteratura tra il Cinquecento e il Seicento. Secondo alcuni linguisti verrebbe da una parola, borracho, che vuol dire “ubriaco”, che a sua volta è derivata dal latino burrus, “rosso”, il colore di chi ha bevuto troppo. Forse perché la fiaschetta conteneva vino o altri alcolici. C’è poi una storia tutta italiana della borraccia. Pietro Guglielminetti avrebbe inventato la borraccia nella sua piccola industria di materiali di legno. In effetti fino al 1912 le borracce non erano in alluminio, come quelle di oggi, ma costruite con quel materiale. Quella diGuglielminetti era composta di otto doghe tenute insieme da cerchi di giunco, ed era piana da un lato e curva dall’altro per poterla appoggiare meglio. Adottata nel 1853 dall’esercito del Regno di Sardegna, fu prodotta in 7mila esemplari; poi il numero andò aumentando negli anni successivi.
Secondo gli storici fu adottata anche da altri eserciti: inglese, francese, e persino argentino. Non c’è da stupirsi perché molti strumenti provengono dalla “tecnologia” militare, dalla borraccia al web sino al drone.
L’evoluzione della borraccia ebbe un seguito con gli eredi di Pietro fino a che dal legno passarono all’alluminio; tuttavia l’azienda chiuse nel 1918. La famiglia Guglielminetti è nota anche perché vi apparteneva Amalia, nata nel 1881 e morta nel 1941, poetessa e scrittrice, figura di spicco della Torino dell’inizio del XX secolo, che fu legata a Guido Gozzano. Ora la borraccia risorge e diventa uno strumento indispensabile per chi ha a cuore il futuro del Pianeta Azzurro. Greta, l’attivista oggi più nota nel mondo occidentale, la riporta in auge insieme al cartello scritto a mano, un oggetto la cui storia è legata ai movimenti di contestazione degli anni Sessanta e Settanta. La dotazione perfetta dell’attivista comprende un terzo elemento: lo zainetto, in origine anch’esso un oggetto militare. Gli ultimi zainetti del resto sono tutti muniti di una reticella esterna per la borraccia.