Salvo Palazzolo per “la Repubblica”, 19 aprile 2019
TERRA ARATA – CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE PAOLO FRANCO ARATA, CHIAMATO DA SALVINI PER STILARE IL PROGRAMMA DELLA LEGA E ESPERTO DI ENERGIA CHE HA INGUAIATO ARMANDO SIRI – VENERAVA L’IMPRENDITORE SICILIANO VITO NICASTRI, CHE IL “FINANCIAL TIMES” DEFINÌ “IL SIGNORE DEL VENTO”, VICINO ALL’ENTOURAGE DI MATTEO MESSINA DENARO – I DUE PARLAVANO DI INVESTIMENTI ED AFFARI ANCHE SE NICASTRI ERA AI DOMICILIARI… -
Paolo Franco Arata, " l' esperto" di energia convocato da Matteo Salvini per stilare il programma della Lega, aveva una venerazione per l' imprenditore siciliano cui la magistratura ha confiscato un patrimonio da 1,3 miliardi perché vicino all' entourage del latitante Matteo Messina Denaro. Erano addirittura entrati in società. «Vito è la persona più brava dell' eolico in Italia», ripeteva l' ex professore genovese di ecologia passato da Forza Italia ( fu deputato fra il ' 94 e il ' 96) al Carroccio.
E, intanto, una microspia della Dia di Trapani intercettava. " Vito" è Vito Nicastri, il signore del vento come lo definì il Financial Times, l' elettricista di Alcamo che negli anni Ottanta piazzava impianti solari porta a porta e nel giro di poco tempo si trasformò nel "re" dell' eolico. Con capitali di dubbia provenienza. Al professore faccendiere ideologo della Lega non importava.
Per lui non era neanche un problema che Vito Nicastri fosse agli arresti domiciliari, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Un giorno, Arata chiamava il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, leghista pure lui. Un altro, telefonava al figlio di Nicastri, Manlio, e si faceva passare il padre. Oppure, prendeva un aereo e andava direttamente sotto casa di Nicastri, ad Alcamo, e il re dell' eolico ai domiciliari si affacciava al balcone: parlavano tranquillamente di investimenti e affari. Parlavano soprattutto di nuove norme da inserire nella legge giusta. Non tanto per rilanciare il settore, ma i loro investimenti.
E la microspia continuava a registrare ogni parola. Ha registrato anche il grande attivismo romano di Arata per piazzare l' amico Siri nel ministero più appetibile, lo Sviluppo economico. Ma era comunque contento delle Infrastrutture. Mentre continuava a progettare nuovi affari segreti. Il professore faccendiere era diventato il prestanome del manager legato alle cosche. E avevano coinvolto pure i rispettivi figli: Francesco Paolo Arata e Manlio Nicastri, che adesso sono indagati pure loro, per intestazione fittizia.
I rampolli di famiglia avrebbero dovuto offrire una parvenza di legalità all' operazione di rastrellamento dei milioni di euro di finanziamenti pubblici nel settore del "mini eolico". In fondo, la realizzazione di un' altra idea lanciata alla convention della Lega sul programma, il 16 luglio 2017, a Piacenza: «Piccolo è bello», pontificò Arata. E precisò: « Dobbiamo mettere uomini nostri » . Aggiunse: « Bisogna riprendere in mano la questione energetica, che oggi è gestita da Enel ed Eni».
La premiata ditta Arata- Nicastri puntava tutto su sei " srl" dai nomi altisonanti: Alqantara, Solcara, Solgesta, Bion, Etnea e Ambra Energia. Nicastri curava le questioni del territorio nella grande provincia trapanese dove comandano ancora gli uomini di Messina Denaro, Arata frequentava invece gli assessorati regionali che dovevano dare autorizzazioni e soldi: l' Energia e il Territorio. Lui, uomo di grandi relazioni, sapeva sempre a chi rivolgersi.
Anche in questo caso realizzando l' ennesimo punto del programma preparato per la Lega: «La politica deve occuparsi di energia non in modo subalterno, ma direzionale». Ecco come intendeva l' impegno della politica: «Ha trovato interlocutori all' interno dell' assessorato all' Energia, tra tutti l' assessore Pierobon, grazie all' intervento di Gianfranco Miccichè, a sua volta contattato da Alberto Dell' Utri » , questo hanno scritto il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido, il magistrato che indaga sul superlatitante Messina Denaro, e il sostituto Gianluca De Leo. Ovvero, i contatti furono il Miccichè presidente dell' Assemblea regionale siciliana e il Dell' Utri fratello di un altro forzista doc, uno dei fondatori, Marcello, condannato per i suoi rapporti con la mafia.
Operazione analoga, il professore faccendiere mise in campo per provare ad aprire le porte dell' assessorato al Territorio: si rivolse all' ex ministro Calogero Mannino, uno dei giovani cresciuti con lui, l' avvocato Toto Cordaro, siede oggi nella poltrona più alta di quel palazzo. Così, grazie alla politica « non più subalterna, ma direzionale » Arata entrò negli uffici giusti della Regione. E cominciò a oliare la macchina delle autorizzazioni: oggi sono indagati per corruzione l' ex dirigente dell' Energia, attuale capo del Genio civile di Palermo, Alberto Tinnirello e il funzionario Giacomo Causarano.
Ignota l' entità della prima mazzetta, il funzionario avrebbe invece ceduto con un incarico di consulenza professionale da 11 mila euro offerto al figlio. Il professore faccendiere ha sempre creduto nel valore della famiglia. Forse per questo che aveva pure coinvolto sua moglie nelle società con i Nicastri. E dopo il mini eolico, voleva rilanciare il fotovoltaico e il bio-metano. Alla sua maniera, s' intende.