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 2019  aprile 19 Venerdì calendario

Ovidio, il pasticcio del bimillenario

Se l’archeologia non ha tramandato molti dubbi sulla data di morte fatale di Ovidio, la politica sembrerebbe metterci del suo per instillare un velo di incertezza: che il sommo poeta latino sia morto nel 19 d.C.? Boutade a parte, il dilemma shakespeariano appare lecito in queste ore visto che le celebrazioni ufficiali per il bimillenario della morte di Publio Ovidio Nasone dovranno essere pianificate e rese operative nel corso del 2019. Ieri sera, tecnicamente, il Consiglio dei ministri convocato a Reggio Calabria, nella sede della prefettura, ha approvato il regolamento per l’attuazione della legge (risalente al 29 dicembre del 2017), «sull’istituzione dell’anno ovidiano e delle celebrazione per la ricorrenza dei duemila anni dalla morte di Ovidio». Vero che, fonti storiche alla mano, resta un margine di imprecisione tra la fine del 17 e l’inizio del 18 d.C. Ma con il 19 d.C. gli studiosi stessi ammettono che siamo un po’ troppo fuori tempo massimo. 

IL REGOLAMENTO Insomma, i festeggiamenti ex post del poeta della Metamorfosi sembrano tanto richiamare la classica parafrasi gaddiana di un pasticciaccio brutto. Di fatto, come spiegano dal Ministero dei Beni culturali, si è trattato di un passaggio chiave per rendere operativa tutta la macchina celebrativa, seppur con molto ritardo. «Il Consiglio dei ministri – dicono dal Collegio Romano – ha formalizzato l’istituzione del comitato nazionale, in modo da poter lavorare su iniziative di valorizzazione seppur fuori abbondantemente dal bimillenario». Cosa faranno? Intanto il comitato dovrà subito riunirsi e decidere un piano operativo. Veloce e all’altezza. Chiaro che in questo scenario, il termine celebrazioni risulta un po’ stonato: «Sarà soprattutto un progetto di valorizzazione della figura di Ovidio», spiegano dal Mibac. Le risorse ci sono. Poche ma risolutive. Sono i 700mila euro autorizzati ora nella nuova legge bilancio 2019 (nel capitolo cultura e spettacolo). Risorse ora prorogate per i lavori del Comitato e che dovranno essere impegnare entro il 31 dicembre di questo anno.

RITARDI E INTOPPI Sono gli stessi fondi, però approvati nella legge del dicembre del 2017, a fine legislatura dell’ex governo, e mai formalizzati. E trascinati in rinvii, ritardi e intoppi fino alla scadenza dei termini. Dopo sedici mesi, insomma, il Comitato è stato ufficialmente istituito e reso operativo (lo compongono, tra gli altri, delegati del Mibac, del Miur, il presidente della Regione Abruzzo, il sindaco di Sulmona, professori universitari esperti di letteratura latina). L’impegno del ministero c’è stato per salvare, seppur in ritardo, il bimillenario di Ovidio. Dal sottosegretario Gianluca Vacca al segretario generale del Mibac Giovanni Panebianco, cui si deve il piglio di «strappare» i soldi per il poeta latino che rischiavano di andare perduti. 

LE INIZIATIVE Certo, a chiedere in queste ore, ad esperti professori di Ovidio cosa si potrebbe fare con un tesoretto di 700mila euro, la risposta è cauta: «Molte iniziative di valorizzazione nelle scuole italiane». Sulla carta, come evidenziano dal Consiglio dei ministri, il regolamento prevede che i membri del Comitato «promuovano, valorizzino e diffondano, in Italia e all’estero, la conoscenza della vita e dell’opera di Ovidio». Inoltre, dovranno redigere «un programma delle attività, e monitorare sulla loro attuazione, individuando i soggetti attuatori di ogni specifica attività». I più soddisfatti saranno a Sulmona, città natale di Ovidio, anche perché fino ad oggi l’unico evento che aveva fatto parlare del poeta a livello nazionale è stata la bella mostra alle Scuderie del Quirinale, chiusa lo scorso inverno. Portava sì il marchio del Bimillenario di Ovidio, ma certo il progetto espositivo era partito molto prima, tre anni fa, dall’università di Padova.