ItaliaOggi, 19 aprile 2019
Sicilia, 1,5 mld dall’Australia
In volo dall’Australia. Con 1,5 miliardi di euro per finanziare il progetto di un nuovo aeroporto internazionale in Sicilia. Il magnate australiano e capo della Euro pacific capital corporation, Peter Iellamo, fa sul serio: per ampliare l’aeroporto Fontanarossa di Catania, con una seconda pista di almeno 5 chilometri a Centuripe, in provincia di Enna, è già stata costituita la Victoria aviation group, una società con capitale interamente australiano che, insieme con l’Università ennese Kore, ha studiato il dossier di un super hub aeroportuale siciliano. Con sovvenzioni private e 2 mila assunzioni previste.Il piano di sviluppo della Victoria aviation group si basa su un vecchio progetto dell’Università Kore, che nel febbraio del 2010 era stato sottoscritto da un altro partner straniero, in quel caso cinese. L’ateneo ennese, con una nuova pista del Fontanarossa di Catania a Centuripe, intendeva realizzare un hub del Mediterraneo per incentivare economia e turismo con il trasporto delle merci e delle persone. L’accordo, firmato a Pechino, vedeva coinvolto il gruppo Hna, che gestisce compagnie aeree e resort in Cina e nel Pacifico. Nonostante le buone premesse, però, non se ne fece nulla.
Nove anni dopo, stavolta dall’Australia, è arrivato l’interessamento di Iellamo, il manager 61enne che si è detto disponibile a finanziare interamente l’opera con un investimento da 1,5 miliardi. Il progetto è stato presentato lo scorso lunedì alla Kore dal presidente dell’Università, Cataldo Salerno, dal numero uno del cda di Victoria aviation group, Maurizio Severino, dal rappresentante di Iellamo, Salvatore La Placa, e dal sindaco di Centuripe, Elio Galvagno.
Il piano prevede un’estensione della pista dell’aeroporto Fontanarossa di 5 o 6 chilometri, necessaria per ospitare anche Jumbo e aerei cargo, oltre alla realizzazione di un centro di manutenzione dei velivoli, una stazione di rimessaggio e autofficina degli aerei, unica in Italia, e le infrastrutture di collegamento con l’aeroporto di Catania, che entro il 2024 potrà essere raggiunto in metropolitana dal centro storico grazie a un investimento di 358 milioni di euro cofinanziati dall’Unione europea.
«Un aeroporto intercontinentale sarebbe necessario per aumentare il turismo e gli scambi commerciali con tutto il mondo», ha spiegato Salerno per conto dell’Università di Enna. «La Kore partecipa a questo progetto perché è impegnata nello sviluppo del territorio e per costruire un futuro per le giovani generazioni che sia migliore del presente. La realizzazione di quest’opera triplicherebbe l’attività della Sicilia».
Il governatore dell’isola, Nello Musumeci, eletto nel 2017 col centrodestra, avrebbe avallato il progetto, che non prevede esborsi da parte dell’esecutivo regionale. Più scettico Vito Riggio, ex presidente dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, e oggi consulente della Regione Sicilia. «Prima di avventurarsi occorre capire se c’è veramente bisogno di una pista intercontinentale, perché Palermo ce l’ha, ma non la usa», ha detto Riggio al quotidiano La Sicilia.
«Ormai il vero centro del Mediterraneo è Berlino», ha aggiunto. «Dobbiamo convincerci di questa sciagurata situazione, perché la Sicilia non è più il centro del Mediterraneo. Si dirà che chi investe può farlo perché spende soldi suoi, ma non è così, perché si farebbe concorrenza a un aeroporto statale. In sostanza: prima vediamo le carte e poi parliamo».