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 2019  aprile 19 Venerdì calendario

Torna il caro benzina prima delle vacanze

Stangata alla pompa per i viaggiatori in partenza per il lungo ponte festivo che dal 25 aprile al primo maggio, complice anche la lunga chiusura delle scuole, vedrà muoversi oltre 21 milioni di persone. 
La gran parte userà mezzi propri e avrà una bella sorpresa al momento di fare il pieno. Dopo quattro giorni di tregua sono tornati, infatti, gli aumenti su tutta la rete italiana: di fatto, con un balzello di 1 centesimo a litro, la benzina è tornata mediamente sopra quota 1,60 euro (sopra 1,74 euro col servito). Un tempismo sospetto che, portafoglio alla mano e pieno dopo pieno, costerà agli italiani 390 milioni di euro. È quanto afferma Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, in relazione ai nuovi rincari alla pompa di benzina scattati alla vigilia dell’esodo di Pasqua con l’inizio dei giorni da bollino rosso sulle strade. «Un rifornimento self service – spiega Uecoop su dati Quotidiano Energia – costa 1,611 euro al litro per la benzina e 1,503 euro al litro per il diesel, ma ovviamente si tratta di valori medi mentre sul territorio nazionale ci sono prezzi superiori anche di diversi centesimi al litro a seconda che si vada in una stazione servita, oppure che si faccia il pieno in autostrada; con picchi di 1,741 euro al litro per la benzina e di 1,636 sul diesel». 
Nel dettaglio Eni ha ritoccato all’insù di 1 centesimo i prezzi raccomandati di benzina e diesel, così come Tamoil, che però ha ridotto di 1 centesimo il Gpl. A pesare sarebbero, ancora una volta (ma non solo), le quotazioni dei prodotti petroliferi nel Mediterraneo che, tuttavia, nel periodo non mostrano particolari variazioni e sembrano avere un andamento non così omogeneo quando si tratta, invece, di revisioni al ribasso: i prezzi del greggio ieri hanno viaggiato in sostanziale parità in area 63 dollari (il Wti) e 71 dollari (il Brent). Livelli elevati rispetto a qualche mese fa, ma stabili nell’ultima settimana.
D’altra parte un altro fattore determinante è quello delle tasse. Nell’ultimo anno, hanno inciso per il 63% sul prezzo al dettaglio della benzina e per il 59,5% per quello del gasolio: in pratica ogni volta che un automobilista si è fermato alla stazione di servizio per un pieno da 55 litri lo Stato si è messo in tasca oltre 48 euro sul diesel e più di 55 sulla benzina, fra accise e Iva. «La spesa per i carburanti – denuncia Uecoop – ha pesanti ripercussioni sui bilanci delle famiglie e delle imprese».
Ma cosa dobbiamo aspettarci nel dettaglio alla pompa? Guardando ai prezzi, (su dati alle 8 di ieri comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mise), il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina è 1,611 euro/litro, con i diversi marchi che vanno da 1,612 a 1,622 euro/litro (no-logo a 1,589). Il prezzo medio praticato del diesel è di 1,503 euro/litro, con le compagnie che passano da 1,505 a 1,515 euro/litro (no-logo a 1,481).
Quanto al servito, per la verde il prezzo medio è di 1,741 euro/litro, con gli impianti colorati che vanno da 1,710 a 1,817 euro/litro (no-logo a 1,635), mentre per il diesel la media è a 1,636 euro/litro, con i punti vendita delle compagnie tra 1,622 a 1,724 euro/litro (no-logo a 1,527). Il Gpl, infine, va da 0,641 a 0,663 euro/litro (no-logo a 0,634 euro).
Numeri da record visto che l’Italia è nella top ten mondiale del caro carburante secondo Globalpetrolprices.com. E non da ieri. «Negli ultimi venti anni – spiega Uecoop – i prezzi della benzina sono cresciuti del 75,9%, il diesel ha registrato un rialzo del 47,7% e il Gpl del +49,9%».