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 2019  aprile 19 Venerdì calendario

Intervista a Greta Thunberg: «Sono poco socievole»

«È una grande responsabilità essere così famosa, ma non è che io abbia il futuro del mondo e di tutte le specie viventi sulle mie spalle. Se non riuscissi più a gestire questa cosa, potrei fermarmi e ci sarebbero tante persone che sarebbero felici di prendere il mio posto. Io non sono insostituibile». Greta Thunberg è uno scricciolo. Un affascinante incrocio fra la forza aliena di Pippi Calzelunghe e la timida ingenuità di Heidi. Al Senato, ieri, è stata ricevuta dalla presidente Elisabetta Casellati. Lei, una sedicenne con la faccia da bambina che tutti corteggiano, pronti ad incassare le sue bacchettate con un sorriso, a Strasburgo come al Senato: «Voi non ascoltate la scienza, siete interessati solo a soluzioni che non cambino lo status quo», è sbottata ieri prima di concedere l’intervista al Corriere (il papà resta fuori dalla porta). 
Politici, giornalisti, imprenditori fanno a gara per conoscerti. Tu hai chiesto di vedere il Papa. Cos’hai provato quando lo hai incontrato? 
«Ero molto emozionata. È una persona molto importante, l’unico leader mondiale a parlare di clima seriamente». 
Tu lo fai scioperando ogni venerdì, milioni di ragazzi ti imitano. Non pensi che l’istruzione sia importante? 
«Io amo la scuola. Questa è un’azione simbolica con la quale diciamo: “Perché dovremmo andare a scuola se non c’è futuro?”. E penso che la scuola dovrebbe fare di più per educare i ragazzi sulla crisi climatica e ambientale. Trattiamo l’argomento come se fosse un problema come tanti altri. No! È la crisi più grande che l’umanità abbia mai affrontato». 
Stai viaggiando per centinaia di chilometri – in treno perché l’aereo inquina troppo – ma dici che non succede nulla. È tutto inutile? 
«No. Se guardiamo il quadro più ampio e controlliamo le emissioni, allora non è cambiato niente. Però il dibattito sta mutando, le persone sono più consapevoli, i media ne scrivono di più, i politici ne parlano di più e tante piccole cose stanno accadendo. Perciò non è inutile. La mia missione è fare tutto ciò che posso nel tempo in cui ho la possibilità di farlo». 
Qualcuno dice che sei solo una ragazzina, e i ragazzini non fanno la differenza. 
«Possono fare una grande differenza. Possono cambiare il mondo. L’età non dovrebbe essere importante. Queste argomentazioni sono… patetiche». E (finalmente) sorride. 
Pensi di essere una ribelle? 
«Sì, decisamente (lo sguardo è fiero ora). In molte situazioni resto in silenzio e non dico niente, ma se si tratta di qualcosa che mi appassiona, allora sì, sono una ribelle». 
Una volta hai detto «non sono brava con le persone». Non mi pare sia così… 
«In privato non sono socievole. Non parlo molto. Odio fare conversazione. Ma se sto tenendo un discorso o sono con persone importanti, allora parlo. Perché so che devo farlo». 
Da grande 
A scuola mi piacciono 
tutte le materie, credo di aver pensato a qualsiasi possibile carriera 
E se fossi un leader politico? 
«Renderei le persone più consapevoli della crisi climatica e la scienza accessibile a tutti. Educherei le persone, farei informazione, direi che è l’unica cosa su cui ci concentreremo d’ora in poi. Altrimenti potremmo raggiungere il punto di non ritorno». 
Quanto sono importanti i tuoi genitori in questa tua missione? 
«Io non esisterei senza di loro, mi hanno “fatta”, ma sono stata io a sviluppare questa idea. Sono io che scrivo i miei discorsi. Sono molto importanti, ma non sono loro a rendere questa cosa possibile». 
In Senato hai detto «Noi ragazzi non scendiamo in strada per permettervi di fare selfie con noi» (ma anche ieri si è prestata paziente ai selfie chiesti dai politici). Sei delusa dagli adulti? 
«Dipende dagli adulti. La maggior parte non sono del tutto consapevoli di quello che sta succedendo. Ma altri lo sono e non stanno facendo niente, non so perché». 
Non vuoi parlare con Trump, ma si può risolvere la crisi climatica senza gli Usa? 
«Ovviamente no. È un problema globale, tutti devono collaborare e cambiare. Alcuni più di altri. Ma nessuna nazione sta facendo lontanamente abbastanza». 
Oggi scioperi con i ragazzi italiani. Sai che gran parte di loro ha smartphone costosi? Quale messaggio darai loro riguardo al consumismo? 
«Io non dico alle persone “Non puoi comprarti il nuovo iPhone” o “Non puoi mangiare carne”, io cambio le mie abitudini personali. Non voglio solo dare l’esempio, lo faccio anche per me stessa. Non voglio parlare di certi problemi e poi fare l’opposto di ciò che dico. Ma non forzo nessuno a fare niente». 
Cosa vuoi fare da grande? 
Greta ride e torna ragazzina, con tutte le sue incertezze e un futuro davanti ancora da inventare, nonostante l’Asperger e la fama mondiale. «Non lo so. A scuola mi piacciono tutte le materie. Credo di aver pensato a qualsiasi possibile carriera. Voglio fare così tante cose e diventare così tante cose…».