ItaliaOggi, 18 aprile 2019
I ghiacciai si sciolgono ovunque e il livello del mare è salito di 2,7 cm
Accelera in tutto il pianeta lo scioglimento dei ghiacciai per effetto del cambiamento climatico che provoca il riscaldamento dell’atmosfera. Tanto che scompariranno, nella seconda metà del secolo, i ghiacciai in Caucaso, Europa centrale, zona occidentale di Canada e Stati Uniti e Nuova Zelanda, secondo uno studio dell’università di Zurigo, condotto in 19 regioni tra le più ghiacciate del globo, pubblicato su Nature e ripreso da Le Monde. La ricerca ha messo in evidenza che in poco più di mezzo secolo sono andate perse all’incirca 9.600 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Lo scioglimento di questi ghiacci ha provocato l’aumento del livello del mare di 2,7 centimetri tra il 1961 e il 2011, contribuendo per il 25-30% alla loro crescita globale. Nel decennio 2006-2016 il livello degli oceani è cresciuto di 0,92 millimetri l’anno. Tanto per avere un idea, i ghiacciai tutti insieme perdono ogni anno all’incirca tre volte il volume di ghiaccio complessivo delle Alpi ha detto a Le Monde, Michael Zemp, glaciologo all’università di Zurigo (Svizzera), coautore dello studio.Il fenomeno colpisce tutti i ghiacciai anche se in misura diversa: sono 215 mila quelli continentali, eccetto le calotte di Groenlandia e Antartico (Polo Sud), e coprono una superficie di 706 mila chilometri quadrati, con un volume complessivo di 158 mila chilometri quadrati. Alcuni ghiacciai resistono meglio, specialmente in Asia: nelle catene montuose che comprendono l’Himalaya e l’Hindou Kouch hanno perso in media l’equivalete di 20 cm d’acqua l’anno, due volte meno la media mondiale. Più sorprendente, l’anomalia del Karakorum (Pakistan), quasi in equilibrio. Altri, nelle montagne del Kunlun, tra la Cina e l’India, hanno aumentato i volumi dal 2000.
Lo studio ha evidenziato che i ghiacciai continentali, specialmente in Patagonia, Alaska e nelle Alpi sono i più colpiti dal cambiamento climatico, più delle calotte di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartico che non fanno parte, però, dello studio come ha specificato a Le Monde il secondo autore della ricerca, Emmanuel Thibert, glaciologo all’università di Grenoble Alpes e all’istituto nazionale di ricerche in scienze e tecnologie per l’ambiente e l’agricoltura.
I ricercatori si sono basati su due tipi di dati raccolti fra il 1961 e il 2016: fotografie aeree e satellitari di 19 mila ghiacciai del mondo che hanno permesso di calcolare la perdita della loro massa nel lungo periodo; e prove sul campo (carotaggi, misurazione delle precipitazioni e dello scioglimento) in 450 ghiacciai per conoscere le variazioni e la risposta, anno dopo anno, al cambiamento climatico. Il risultato è stato che negli ultimi trent’anni la perdita di massa ghiacciata ha subito un’accelerazione, in particolare nel decennio 2006-2016 ed è arrivata a perdere 335 miliardi di tonnellate (gigatonnellate, Gt) di ghiaccio l’anno. Il record delle perdite è in Alaska (-73 Gt l’anno), nell’Artico Nord-canadese (-60 Gt), nella periferia della Groenlandia (-51 Gt) e nelle Ande del Sud (-34 Gt). Queste nuove stime sono più preoccupanti rispetto alle ultime pubblicate su Science nel 2013 che indicavano 260 Gt in meno l’anno fra il 2003 e il 2009.