Corriere della Sera, 18 aprile 2019
Una galleria d’arte per Elton John
Ha qualcosa come settemila fotografie, tra cui Lacrime di vetro di Man Ray, acquistata nel 1993 per 120 mila sterline – un record da allora più volte ritoccato – e la più importante raccolta di immagini al mondo sull’11 settembre. Era forse inevitabile che una volta chiuso il capitolo delle tournée Elton John scegliesse di dedicarsi a quella che, dopo la musica, è la sua «più grande passione». Grazie a una donazione importante, il cui valore non è stato precisato, il musicista si è assicurato una galleria del Victoria and Albert Museum che porterà il nome suo e del marito David Furnish e che, almeno inizialmente, sarà da lui curata.
Per Tristram Hunt, il direttore del museo, si tratta di una collaborazione «straordinaria» guidata da una stessa visione sull’importanza della fotografia come mezzo di comunicazione ed espressione artistica, nonché sulla necessità di introdurre l’arte a un pubblico nuovo. È anche l’accento che il Victoria and Albert pone sulle scuole e la ricerca a entusiasmare John: «Credo che insieme riusciremo a incoraggiare e promuovere artisti nuovi, oltre a collezionisti come me. Speriamo che il pubblico dopo aver visitato la galleria proverà l’entusiasmo e l’apprezzamento che ho provato io quando ho cominciato a collezionare».
L’amore per la fotografia è legato per Sir Elton al periodo in cui si disintossicò da alcol e stupefacenti, circa 30 anni fa. «Ero nel sud della Francia con un gallerista di Los Angeles che a un certo punto cominciò a farmi vedere alcune foto di Herb Ritts, di Horst, di Irving Penn. È cominciato tutto così. È stato come aprire veramente gli occhi per la prima volta». In più, precisa, «come dipendenza è molto più sana». A differenza di tanti collezionisti, tiene le sue opere in casa, o meglio nelle diverse dimore che ha nel mondo. «Le guardo e mi danno una gioia enorme, un piacere profondo: ogni giorno mi sveglio e noto un particolare nuovo», tanto che la fotografia «è diventata come una compagna di vita».
Nella «Sir Elton John e David Furnish Gallery» la prima mostra vedrà una «sinergia» tra le due collezioni, quella enorme del Victoria and Albert, dove sono stati spostati il centro nazionale per la fotografia e le sue 800.000 opere, e quella di Sir Elton, che contiene pezzi di grande valore – come un originale del 1917 firmato da André Kertesz, un mito dell’obiettivo, e centinaia di immagini di Man Ray, di Richard Avedon, Irving Penn, David Bailey, Cindy Sherman, Sam Taylor Wood – ma anche il lavoro di fotografi emergenti: «Sono autodidatta, leggo libri e seguo i concorsi, sono sempre interessato a cosa fanno i giovani, nella musica così come nella fotografia».
Fondato dalla regina e dal principe consorte nel 1852 – e l’attuale direttore ricorda con orgoglio che il suo spirito è «populista» fin dalla fondazione – il Victoria and Albert è tra i musei più visitati al mondo grazie non solo a mostre come quella sui Pink Floyd, su David Bowie e su Christian Dior, ma anche a una ristrutturazione che si concluderà nel 2022 e che, come primo passo, ha reso l’entrata più spaziosa e invitante. Il cantautore di Rocket Man vi trascinerà sicuramente una fetta di pubblico nuovo, come avvenne alla Tate in occasione della sua mostra «A Radical Eye». In fatto di popolarità non ha rivali. Nel 2021 terminerà la tournée d’addio: 300 spettacoli in 5 continenti.