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 2019  aprile 18 Giovedì calendario

I Gemelli, nati a due mesi di distanza

Persino i medici erano molto scettici. La scienza, hanno detto chiaramente ai genitori, non avrebbe potuto rassicurarli. Perché di casi simili se ne contano pochi nelle statistiche mondiali. Eppure una mamma (di Lodi) incinta di due gemelli è riuscita a partorirne solo uno, al settimo mese, rimandando la nascita del secondo di due mesi (di recente c’è stato un caso analogo a Colonia: due sorelle gemelle sono nate a distanza di 97 giorni). 
Sembra una storia incredibile e nello stesso tempo drammatica per le conseguenze che avrebbe potuto avere per la salute dei bimbi e della madre. Ma anche paradossale, con risvolti che oggi fanno sorridere i genitori se si pensa al fatto che due gemelli siano nati in anni diversi (24 dicembre 2018 e 22 febbraio 2019), uno è Capricorno l’altro Pesci, e che da grandi potrebbero frequentare anni diversi a scuola. 
La signora Lucia è una libera professionista nel settore immobiliare. Suo marito, Sergio, lavora in banca e ha 40 anni come lei. Abitano a Lodi. «Ero felice – dice Lucia—. La mia gravidanza procedeva tranquilla». Il problema nasce a metà dicembre. Lucia ha delle perdite e deve essere ricoverata d’urgenza. Per lo stato in cui versa è necessaria la terapia intensiva di terzo livello. Finisce così al reparto di ostetricia della «Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma», all’Ospedale San Gerardo di Monza. 
Dopo una settimana nasce Alessandro, a 24 settimane di gestazione. Pesa quasi 800 grammi e ha il cinquanta per cento di probabilità di sopravvivere. Il secondo gemello, Andrea, è ancora in utero. Sono attimi. La decisione da prendere in sala parto è drammatica: se Andrea resta nella pancia materna, aumenta le sue possibilità di vita. Ma c’è il rischio di emorragia della mamma. 
«Hanno fatto nascere il mio primo gemello con un parto naturale. La primaria del reparto è riuscita a lasciare dentro la placenta e un pezzo di cordone ombelicale. Il suo timore era che potessi avere un’emorragia o un’infezione. La sua speranza era di protrarre di almeno altri dieci giorni la gravidanza del secondo. Ricordo che mi diceva: ogni giorno che passa è uno in più di vita per lui». Andrea è nato dopo sessanta giorni, nel 2019, di quasi tre chili. È già a casa. Alessandro invece è ancora in ospedale: dovrebbe uscire tra due settimane. 
Papà Sergio dorme pochissimo e fa la spola tra l’ospedale e la banca dove lavora. Non è un cattolico praticante ma la sera del primo parto s’è rifugiato in una a cappella: «Ho pregato». D’accordo con la moglie ha affittato una casa a cinquanta metri dall’ospedale: «Tutto il giorno Lucia resta vicino ad Alessandro ma almeno la sera dorme in un letto e mangia in cucina». Sorride. Pensa alla burocrazia con cui dovrà fare i conti. Racconta: «Quando è nato Alessandro all’anagrafe del comune mi hanno detto: “Scusi, dovremmo scrivere che è nato un gemello di due (gemelli) di cui uno ancora deve nascere?”. Non sapevano cosa mettere sul certificato di nascita».