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 2019  aprile 18 Giovedì calendario

I militari ricchi del Venezuela

Fino a pochi giorni fa, nel mondo ci si domandava come mai il regime di Nicolás Maduro in Venezuela non crollasse sotto i colpi dell’opposizione guidata da Juan Guaidó. Ora è iniziata a circolare l’ipotesi che il regime change non ci sarà e che il dittatore riesca a rimanere al potere ancora a lungo. Non è detto. L’appoggio che continuano a dargli i militari, però, si sta rivelando la chiave dello scontro in atto. Viene da chiedersi come mai le forze armate venezuelane rimangano così schierate con Maduro nonostante Guaidó abbia offerto loro l’amnistia. Una risposta viene da un’analisi pubblicata da Sipri, lo Stockholm International Peace Research Institute. Sin dalla transizione verso la democrazia nel 1958, i militari hanno avuto un ruolo di grande influenza sul potere, diventata enorme sotto la presidenza di Hugo Chávez (1999-2013), quando alle gerarchie fu dato un ruolo politico nella Costituzione. Durante gli anni successivi, si stabilì un rapporto simbiotico tra governo e forze armate: il primo garantiva denaro, potere e prestigio ai militari i quali ricambiavano con il loro sostegno. Politica proseguita da Maduro. Il risultato è che oggi, secondo Transparencia Venezuela, almeno 60 delle 576 aziende di Stato sono gestite dai militari, compreso il gigante petrolifero al cuore dell’economia, la Pdvsa. Nove dei 32 ministeri sono controllati dall’esercito, compreso quello dell’Energia. Da Chávez in poi, le spese militari sono esplose. Oltre a quelle ufficiali, che nel 2006 hanno superato quelle del Brasile, economia al tempo cinque volte più grande, c’è il Fondo de Desarrollo National (Fonden), finanziato dalla banca centrale e dalla Pdvsa, che aggiunge risorse al budget militare a seconda delle entrate dalla vendita del greggio. Tra il 2005 e il 2015, il Fonden ha versato 6,9 miliardi di dollari alle forze armate, un’allocazione media annuale fuori bilancio pari al 26% del budget della Difesa. L’abbraccio di potere tra governo e militari è dunque quasi impossibile da sciogliere. Anche perché gli alti gradi temono di finire in prigione negli Stati Uniti per reati di riciclaggio o traffico di droga una volta caduto il regime (rischia che gli succeda l’ex capo dei servizi segreti Hugo Carvajal che si era schierato con Guaidó e ora è agli arresti in Spagna). Saranno questi militari a decidere il futuro del Venezuela, e di Guaidó.