Corriere della Sera, 17 aprile 2019
Carmelo Zuccaro: a Catania zone a rischio, serve in campo anche l’esercito
Carmelo Zuccaro, Procuratore della Repubblica a Catania, è nato a Caltanissetta.
Procuratore, l’attenzione nazionale e internazionale è puntata sull’indagine Sea Watch che vede indagati per sequestro di persona Salvini, Conte, Di Maio e Toninelli davanti al Tribunale dei ministri. Può confermare la notizia dell’inchiesta e la sua richiesta di archiviazione?
«Posso confermare entrambe le notizie, essendo esse già state rese pubbliche da uno degli interessati, cui era stata data la comunicazione prevista dalla legge Costituzionale che disciplina la materia. Il resto, comprese le motivazioni, è coperto da segreto investigativo».
Carmelo Zuccaro è Procuratore della Repubblica a Catania. In merito alle indagini sulla mafia, che riguardano anche potenti dell’economia e della finanza, la sua linea è riassumibile in una frase condivisa con il suo precedessore, Giovanni Salvi: «La legge è uguale per tutti, anche per i potenti, anche a Catania».
Qual è la situazione sul piano della sicurezza?
L’opinione pubblica percepisce un livello
di sicurezza piuttosto basso, e ciò corrisponde alla realtà
«Vi sono quartieri di Catania intensamente popolati e degradati, non soltanto periferici ma anche nel centro storico, in cui proliferano piazze di spaccio controllate da gruppi direttamente o indirettamente collegati con sodalizi mafiosi, che gestiscono sulle pubbliche strade i loro traffici di sostanze stupefacenti condizionando la vita e le abitudini di quei quartieri e reclutando a man bassa manovalanza anche tra la popolazione più giovane».
Lei ha richiesto l’impiego dell’esercito.
«L’opinione pubblica percepisce un livello di sicurezza piuttosto basso e purtroppo tale percezione corrisponde alla situazione effettiva, come recenti episodi di cronaca nera confermano. Per quanto concerne la carenza di mezzi, basti pensare che il sistema di videosorveglianza pubblica a Catania è gravemente inefficiente e, nonostante il previsto stanziamento di rilevanti risorse, si tarda ancora a concretizzare un piano efficiente di messa in opera di tale sistema. Attualmente a Catania sono presenti contingenti di militari dell’Esercito impegnati a presidio di obiettivi sensibili contro gli attacchi terroristici. Nelle riunioni di Comitato in Prefettura si è contemplata la possibilità di un loro impiego anche in funzione di “controllo dinamico” del territorio, ovviamente ad integrazione e supporto del personale della Polizia, atteso che soltanto a quest’ultimo compete comunque la decisione e la gestione di ogni intervento che dovesse rendersi necessario. Fondamentale mi sembra, però, anche il coinvolgimento delle associazioni di categoria e dei cittadini, in una strategia più partecipata per la messa in sicurezza dei nostri quartieri».