www.repubblica.it, 17 aprile 2019
Le 49 Notre-Dame di Monet
La prima cosa bella di mercoledì 17 aprile 2019 risale in realtà alla fine dell’Ottocento. È una serie di dipinti di Claude Monet avente per soggetto unico la cattedrale Notre-Dame di Rouen. Monet la mise su tela per 48 volte nei diversi momenti della giornata. Tutti sono concordi nel dire che a interessarlo era l’effetto della luce sulla struttura. Penso volesse farci capire anche qualcos’altro. Quando Monet dipinge Notre-Dame la chiesa, costruita nel quarto secolo, ha già affrontato molte prove: nell’841 i vichinghi l’hanno data alle fiamme, nel 1514 un incendio ha fatto crollare la guglia, nel 1562 l’hanno saccheggiata gli ugonotti, nel 1683 una tempesta ha devastato la facciata e le torri, poi la rivoluzione francese l’ha adibita a fienile e quando è tornata alla sua funzione originaria, zot!, altro fulmine sulla guglia nel 1822. Dopo Monet verrà il Novecento e ci saranno i bombardamenti nel 1940, sette siluri nel 1944 e un’altra tempesta nel 1999. È ancora lì. Monet ha voluto dipingere (anche) la resistenza al tempo, la capacità di sopravvivere al suo passaggio che comporta inevitabilmente la necessità di affrontare la notte più scura, inseguendo l’alba. Ogni creazione è un edificio, ma se rinasce dal fuoco è una cattedrale.