ItaliaOggi, 17 aprile 2019
Intervista a Roberto D’Agostino
«Il problema è l’economia. Stiamo per saltare, ci siamo. Fino al 26 maggio non succede nulla, poi a urne aperte facciamo i conti». Roberto D’Agostino, l’irriverente fondatore di Dagospia, giornalista e attento osservatore della politica nostrana, fissa anche un’asticella per la deflagrazione del governo: «Se M5s va sotto il 20% alle Europee cambia tutto. E per Matteo Salvini sarà tosta decidere che strada prendere». Poi che lui e Luigi Di Maio abbiano rinfrescato la loro immagine, presentandosi in pubblico con le nuove fidanzate, «chissenefrega, possono fare quello che vogliono, stare con chi gli piace, ormai alla gente non frega più niente, non si appassiona a queste storie... il clima è cambiato, la luna di miele degli italiani con il governo sta finendo. E dopo la luna di miele si torna tutti a casa, e ci sono le bollette da pagare, il mutuo, il lavoro che c’è e a volte non c’è, la busta paga che non basta ad arrivare a fine mese...».
Domanda. La Libia sta precipitando nel caos, potrebbero arrivare in Italia 800 mila profughi. Profughi e non migranti, tutti da accogliere. Una emergenza umanitaria in piena campagna elettorale aiuta o complica i piani di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio?
Risposta. Intanto un numero così elevato di profughi non sarebbe più un problema di Salvini e Di Maio ma dell’Europa, anche se fossero meno della metà sarebbe un esodo che nessun paese potrebbe reggere. Qui non parliamo dei soliti 100 disperati su un barcone alla deriva da rimpallarsi con Malta o con la Francia.
D. Quanto pesa ancora secondo te il fattore immigrazione nel sentiment degli italiani?
R. Per come è ridotto il Paese direi sempre meno, siamo a un passo dalla bancarotta, il problema vero è l’economia. La gente vuole capire come arrivare a fine mese.
D. Finora la politica sull’immigrazione e le misure per il reddito di cittadinanza hanno connotato l’azione del governo giallo-verde. Basta per tenere in piedi la luna di miele con gli italiani?
R. Ma che luna di miele, le lune di mile durano poco. Poi tutti tornano a casa e ci sono le bollette da pagare, il mutuo, il lavoro che c’è e non c’è... i conti da far quadrare. Per gli italiani è iniziato il processo di normalizzazione del loro innamoramento politico. E mo’ so cavoli.
D. Ritieni plausibili i sondaggi che danno in calo un po’ anche la Lega e in modo significativo M5s per le elezioni europee?
R. Mica servono i sondaggi per capire che un paese che sta a un passo dal fallimento ha ben altri problemi che vederli litigare.
D. Il governo si sta incartando, dal decreto Crescita allo Sblocca cantieri alla chiusura dei porti. Una lite continua.
R. Fino al 26 maggio non succede nulla, Lega e M5s andranno avanti con le loro liti da ballatoio, poi il 28 a urne aperte si aprono scenari da brivido. Se i grillini scendono sotto il 20% questo vuol dire che devono staccare la spina al governo, altrimenti rischiano di sparire alle prossime politiche.
D. Di Maio, nell’ipotesi di un ridimensionamento, pare disposto a concedere più spazio ai leghisti al governo.
R. Questo se scendono di poco sotto il risultato del 4 marzo scorso, ma se vanno sotto il 20, l’ala movimentista da Beppe Grillo ad Alessandro Di Battista a Roberto Fico dirà ai governisti Di Maio, Casalino e Casaleggio di chiudere la partita. E per Salvini a quel punto sarà tosta.
D. In che senso sarà tosta?
R. Si troverà davanti a un bivio e non so quale strada è peggio. Può mettere in piedi un governo di centrodestra con Fratelli d’Italia della Meloni, con quel che resta di Forza Italia, e qualche responsabile dei 5stelle. Il problema è che poi deve intestarsi una manovra d’autunno da 40 miliardi, e 40 miliardi non ci sono. Che fa, mette nuove tasse e poi come lo spiega alla gente? È tosta spiegare agli italiani che devi rimettergli le mani in tasca per colpa degli altri, a partire magari pure dai grillini. Insomma, si prende la rogna della manovra e poi lo massacrano alle Politiche con il rischio di tornare ai vecchi risultati elettorali.
D. Così messa a Salvini proprio non conviene tentare un suo governo, ma il presidente della repubblica, se riterrà, potrà sempre provare la strada di un esecutivo tecnico, con il consenso trasversale in parlamento.
R. E siamo alla seconda strada possibile, si apre lo scenario di un governo del presidente, magari con un Carlo Cottarelli premier, con il compito di tartassare il paese, un Monti bis. E poi si va al voto. A quel punto Mattarella a primavera 2020 scioglie il parlamento per andare al voto. E però la manovra lacrime e sangue sarà la prova provata che il governo del cambiamento è stato un disastro. Hanno fatti i conti senza l’oste, quando spendi i soldi per reddito di cittadinanza e quota 100 poi devi sapere che li devi pagare. Che alla fine si paga sempre.
D. Politicamente a Salvini conviene che Di Maio non perda troppo insomma.
R. Eh, certo. Se riescono a restare uniti il fardello ancora lo possono reggere. Non c’è un euro e ci sono 23 miliardi da trovare per scongiurare l’aumento dell’Iva, non so se mi spiego. E hanno avuto la capacità di mettersi contro l’Europa e pure gli Stati uniti. Voglio vedere da chi vanno a pietire un aiuto.
D. Salvini alle Europee potrebbe essere il primo partito italiano, c’è l’alleanza con i sovranisti in campo. Con i 120 seggi stimati all’europarlamento non sarebbero del tutto ininfluenti per le politiche Ue.
R. Salvini si può prendere qualche commissione, ma resta comunque minoranza. E poi i partiti sovranisti europei sono i primi a non volersi far carico del debito pubblico italiano, mica fanno pagare ai loro elettori le spese degli altri... Lo stesso premier ungherese Orban non ci pensa proprio.
D. Scenari tutti foschi. L’alternativa politica italiana?
R. Ma l’alternativa non c’è!! Forza Italia sta quasi con tutti e due i piedi nella fossa.
D. Il Pd si sta riorganizzando con Zingaretti.
R. Zingaretti sta zitto e stando zitto guadagna punti, ma non è in grado di creare un’alternativa di governo.
D. C’è sempre in panchina Matteo Renzi...
R. Lui sta cercando di costruirsi il suo partito, si staccherà dal Pd per fare una roba di centro. Ma al massimo può fare una cosa da 8-10%, fa l’ago della bilancia ma non un governo suo.
D. I due Matteo assieme? La cosa di Renzi con la Lega di Salvini...
R. Sono troppo lontani, e poi già hanno fatto un matrimonio contro natura, un altro la gente non lo regge.
D. Parliamo di cose leggere. Che dici delle nuove fidanzate di Salvini e Di Maio? La gente si appassiona?
R. Ma sai alla gente che gli frega, pensa ad arrivare a fine mese mica a che ragazza si mettono vicino. Possono stare con chi vogliono, al massimo li prendono in giro, presentarsi in bella compagnia non funziona più.
D. Ma tu vai a votare alle Europee?
R. Ma non ci penso proprio. Per chi dovrei votare, per fare cosa... la domenica c’è Porta Portese, me ne vado al mercato. Comunque andrà, passata l’estate, ci sarà un brutto autunno. Arriva per tutti il momento di fare i conti.