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 2019  aprile 17 Mercoledì calendario

Petrolio, Gazprom vuole il giacimento conteso fra la Lettonia e la Lituania

Un giacimento di petrolio in fondo al mare e due nazioni che non si mettono d’accordo sul confine e quindi su chi vanta il diritto di poter sfruttare quella preziosa riserva. Da vent’anni manca un accordo su come Lituania e Lettonia debbano spartirsi il mare che s’affaccia davanti alle loro coste, perché quel giacimento di idrocarburi che sta sotto al Baltico fa gola ad entrambi i Paesi. E la disputa, seppure i toni restino molto pacati, va avanti: in ballo ci sono svariati miliardi di euro di possibili entrate e la pressione del gigante russo Gazprom, che già in passato aveva messo gli occhi su quel giacimento petrolifero.L’accordo bilaterale sul confine marittimo è stato ratificato solo dalla Lituania nel 1999, ha ricordato The Baltic Times, perché la Lettonia vorrebbe prima firmare un accordo economico, esplorare il giacimento petrolifero che per gran parte ricadrebbe nel territorio lituano, e poi finalizzare il processo di ratifica del confine marittimo. Il ministero degli esteri della Lettonia ha affermato che la posizione del Paese non è ancora mutata. Più di dieci anni fa il governo lettone aveva proposto di fare a metà, e in cambio avrebbero ratificato l’accordo sul confine, ma dal fronte lituano risposero picche. Forse perché avevano più informazioni sul giacimento, informazioni che restano riservate: da quel che è trapelato in quella zona sotto al Mare Baltico ci potrebbero essere depositi petroliferi davvero importanti, soprattutto per le dimensioni dei due Paesi in questione.
Solo nell’estate del 2016 il governo lettone guidato da Algirdas Butkevicius ha ripreso i colloqui con la Lituania sul trattato per definire la frontiera marittima, ed è stato rinnovato un gruppo di lavoro dedicato. Questa situazione, ha affermato il ministro degli esteri lituano, Linas Linkevicius, in cui i due Stati non riescono ad accordarsi sul loro confine marittimo, è paradossale.
Ma perché i lettoni sono riluttanti a firmare il documento? Si ritiene che il giacimento posto al confine tra i due Stati possa valere qualche cosa come 40 miliardi di euro e una disponibilità preliminare di petrolio di circa 100 milioni di tonnellate. Ma solo una perforazione esplorativa può fornire una stima più accurata. In ogni caso le quantità in gioco sono notevoli: ad oggi la Lituania estrae in media tra le 80 e le 100 mila tonnellate di petrolio all’anno e il consumo di prodotti petroliferi si aggira sui 2,5 milioni di tonnellate all’anno.
La soluzione, secondo l’ex parlamentare lettone, Romualds Razuks, potrebbe essere un doppio accordo contemporaneo: commerciale e sui confini. «In quel caso», ha spiegato, «il parlamento lettone voterebbe e l’accordo di frontiera sarebbe ratificato».