la Repubblica, 17 aprile 2019
Intervista a Jane Goodall
Nel corso della sua lunga vita l’etologa Jane Goodall ha visto sciogliersi i ghiacci del Kilimangiaro, massacrare elefanti e rinoceronti nelle savane africane e deforestare la “sua”giungla equatoriale, quella attorno al lago Tanganika, in Tanzania, dove agli inizi degli anni Sessanta cominciò a studiare il comportamento degli scimpanzé. «Ma il mondo è profondamente cambiato anche nel Sud dell’Inghilterra, dove quand’ero bambina al tramonto si sentiva soltanto il magico cinguettio di quei passerotti che oggi non ci sono più», dice la Goodall, che a 84 anni, per seguire i tanti progetti della sua fondazione, tutti mirati a salvare il pianeta, viaggia ancora trecento giorni l’anno. «Con un solo cruccio, quello di non riuscire a seguire ovunque la mia dieta vegetariana», aggiunge la scienziata che dietro la sua fragile eleganza nasconde la determinazione di un’agguerrita ambientalista, convinta che anche i nostri gesti individuali possano cambiare il mondo.