Avvenire, 17 aprile 2019
Notre-Dame, sul web speculatori e untori
Ormai succede ogni volta. E segue uno schema preciso. Appena il mondo si trova ad affrontare una tragedia, nei social spuntano speculatori e untori. I primi puntano ad avere «clic» sui loro siti, così da fare soldi con la pubblicità; i secondi vogliono seminare odio. Appena le televisioni del mondo, lunedì sera, hanno incominciato a trasmettere le immagini di Notre-Dame in fiamme su Twitter sono spuntati profili falsi sia di canali televisivi come Fox News sia della cattedrale di Notre-Dame. Prima che Twitter li bloccasse sono riusciti a raccogliere migliaia di follower e a diffondere disinformazione. Su Facebook nel frattempo il solito perfido G.M.S. (non indichiamo per intero le sue generalità per non fargli la pubblicità che cerca) ha creato un video finto dove impersona un operaio italiano che ammette di avere appiccato l’incendio per sbaglio e chiede scusa alla Francia e all’Italia. In poche ore è stato visto quasi 260mila volte e condiviso 1.242 volte, soprattutto da persone che l’hanno creduto vero.Come segnala Bufale.Net, su Twitter è stato creato anche un finto profilo della Cnn, la più importante rete all news americana, per lanciare tweet simili: «CNNpuò confermare che l’incendio di Notre-Dame è stato causato da un attacco terroristico». Ancor più grave è ciò che è accaduto alla diretta Facebook del quotidiano francese Le Figaroe ai post sull’incendio pub-blicati sulla pagina social dall’emittente araba al-Jaazera. In entrambi i casi, accanto a numerosi messaggi di cordoglio dal mondo arabo, ci sono state anche molte persone che hanno commentato le immagini con l’emoticon della faccina che ride, così da sottolineare la felicità per quanto accaduto. Una minoranza, visto che il triplo degli arabi che hanno commentato su al-Jazeera ha espresso dolore. Questi ultimi però, per Damien Rieu, il politico francese che odia i migranti, non esistono. Così ha subito dato fuoco alle polverisui social e sui giornali amici attaccando tutti gli islamici. Seguito a ruota in Italia dai soliti siti di propaganda antiimmigrati.Quando accadono queste tragedie misuriamo ogni volta quanto sia fragile il sistema nel quale siamo immersi e quanto sia ormai facile diffondere odio e disinformazione nel mondo digitale. Persino alcune persone al di sopra di ogni sospetto, finiscono a volte per diventare (ignari) complici di queste operazioni. Lunedì sera persino un politico americano democratico, che scrive anche per riviste importanti, è caduto nel tranello. Ha infatti twittato: «Un amico gesuita che lavora a Notre-Dame mi ha detto che per loro l’incendio è doloso». Con tutta probabilità l’amico si era sfogato. Aveva riportato una «sensazione». Ma la voglia di spiegare e di raccontare subito ha travolto il giornalista-politico che ha lanciato una notizia non verificata, alimentando la tesi di chi puntava già (senza prove) il dito contro i terroristi islamici. Quando si è accorto della gravità del suo tweet, l’ha cancellato. Ma il messaggio ha continuato a girare sui social in forma di immagine. Perché, come ha evidenziato uno studio recente su Twitter, «le fake news si propagano sui social cinque volte più velocemente della verità».