La Stampa, 17 aprile 2019
Che fanno al Grande Fratello le sorelle De Andrè
Il cognome come privilegio, ma anche espiazione, o specchio della propria insicurezza. Quando ne porti uno famoso, addirittura di rango, come certamente è quello dei De Andrè, capita che tutto questo diventi oro da donare allo share dei reality, e non importa se alla fine dell’avventura il tuo parente «nobile» o il suo ricordo ne esca un po’ appannato. Cristiano De Andrè aveva diffidato le sue figlie dall’entrare nella casa del Grande Fratello. Non vuole che parlino di lui, di loro, della loro infelicità familiare. Non vuole che svalutino un cognome che anche lui certo non ha preservato, certamente non facile da portare. Accuse e controaccuse anche con carte bollate nella famiglia De Andrè. Alla fine è entrata solo Francesca, mentre Fabrizia ha preferito rinunciare non certo per la pace di papà, ma per non lasciare il figlio. Sullo sfondo di queste miserie «pop», la figura del patriarca scomparso, Fabrizio De Andrè, cantautore, poeta, simbolo di una generazione, anche lui padre parecchio distratto. «Assente come io lo sono stato con le mie figlie», ha confidato Cristiano. Colpevoli entrambi, dunque, e condannati dalla progenie al purgatorio del grande Fratello, in un girone infernale dove l’espiazione inizia quando Barbara D’Urso urla «ragazzi».
Ma le sorelle De Andrè non sono le sole figlie vip nella casa più osservata d’Italia. C on loro anche Serena Rutelli, figlia di Francesco e di Barbara Palombelli che ce l’hanno messa tutta per sostenerla anche se non sono d’accordo. Almeno il papà. Perchè spalancando quella porta il rischio di trascinare con sè negli abissi del trash anche i propri familiari è alto.
Ma se si guarda al passato, anche senza Grande Fratello, c’è sempre stato l’interesse ossessivo per i «figli di», l’attesa di un loro scivolone che compensasse la fortuna di nascita. Tra i primi a farne le spese il presidente della Repubblica Giovanni Leone che venne crocifisso per gli atteggiamenti considerati troppo disinvolti dei suoi «tre monelli». «Dicerie maligne, bugiarde e cretine», disse qualche anno dopo donna Vittoria. Ma il danno era fatto. Di figli che hanno messo a dura prova pazienza e cognome dei genitori famosi si potrebbe fare un lungo elenco. E diventerà molto più lungo adesso che i reality dopo aver esaurito vip e semi vip, puntano sui loro figli. E per conquistarsi un posto al sole è più facile entrare nella casa del GF che impegnarsi in una dura gavetta come hanno fatto prima di loro non solo mamma e papà ma anche tanti pargoli illustri. Come Christian De Sica che comunque ancora combatte con i suoi natali: «Ho sempre avuto l’etichetta di “figlio di” e me la porterò nella tomba. Ma almeno il suo di cognome è salvo. E papà Vittorio ringrazia».