Corriere della Sera, 17 aprile 2019
L’economia dei monopattini
basta sedersi a un tavolino all’aperto di una brasserie a Bruxelles per cogliere al volo la dimensione del cambiamento. Un cambiamento che ha sorpreso pure i principali venture capitalist europei, battuti sul tempo (e in casa) da quelli californiani. I monopattini elettrici in free floating – li sblocchi con un’app e poi li lasci dove vuoi – stanno invadendo il Vecchio Continente. Li vedi a ogni angolo e la gente li utilizza anche solo per fare qualche centinaio di metri.
I numeri, anzitutto. Oltre un miliardo di euro raccolti negli ultimi 24 mesi da sette start up. Di cui la gran parte se li è acciuffati il tandem made in Usa formato da Lime (687 milioni) e Bird (367 milioni) per sviluppare i loro servizi – per altro già ben avviati negli States – anche da noi. A seguire cinque start up europee: Voi (74 milioni), nata nel settembre 2018 a Stoccolma, la tedesca Flash (55), la viennese Tier (25), Dott (Amsterdam, 29 milioni) e Wind (Berlino, 20).
Chi ci crede
Sono stati gli investitori californiani i primi a capire le potenzialità del mercato europeo
Tutte società molto giovani, come del resto è praticamente in fasce il mercato della sharing mobility alternativo alle bici e agli scooter (ed è facile cadere in errore, perché gli anglosassoni i monopattini li chiamano proprio scooter). Tant’è che non sono pochi gli osservatori che hanno sollevato qualche dubbio. Manca in effetti uno storico sulla durata e sulla robustezza di questi mezzi, molto spesso acquistati presso fornitori cinesi. Inoltre il modello di business è appesantito dalla necessità di coordinare una flotta di furgoni che raccolga i monopattini scarichi in giro per la città, dato che finora non esistono mezzi con batterie sostituibili. Infine, ed è forse la questione più spinosa, l’Europa non può contare su una normativa uniforme che ne regolamenti la circolazione. Parigi ha annunciato l’intenzione di tassarli, mentre restano banditi in città come Londra e in tutto il territorio tedesco. In Italia si attende a giorni il decreto che ne autorizza la sperimentazione: saranno i sindaci a decidere come e dove i monopattini elettrici potranno essere utilizzati. A Milano, nonostante mancasse ancora il decreto, già a ottobre è partita l’italo-americana Helbiz (l’azienda è di New York ma è stata fondata da Salvatore Palella, 31 anni, di origini siciliane) e, in attesa la norma si sblocchi, sono pronti a entrare nel mercato anche Hive, il servizio di Daimler e Bmw, Wind, Bird e Mobike.
Tema non secondario quello di più player in un unico luogo. A oggi, ad esempio, la città più affollata è Parigi, con ben otto operatori, seguita da Madrid con sette, Bruxelles con cinque e Lisbona con quattro. La più presente è comunque Lime, attiva in venti capoluoghi, da Cracovia a Saragozza passando per Zurigo e, ovviamente, Parigi e Bruxelles. Ma siamo solo all’inizio ed è probabile assisteremo, nei prossimi mesi, a una razionalizzazione dell’offerta che si accompagnerà a una redistribuzione su base territoriale. «È comunque probabile che a fare da game changer saranno da un lato l’attività di regolamentazione del traffico urbano da parte delle municipalità e, dall’altro, lo sviluppo delle tecnologie di bordo, come ad esempio software in grado di verificare che i monopattini non vengano utilizzati su percorsi impropri o pedonalizzati» ha recentemente spiegato al Financial Times Alex Frolov di Target Global, Vc che ha sostenuto Flash.