No, come confermato anche per iscritto dal Comando generale delle Capitanerie di porto «non risulta essere stato adottato alcun provvedimento in tema di interdizione ad ambiti portuali».
• È possibile chiudere i porti e, se sì, a chi spetta farlo?
È possibile farlo per motivi legati alla sicurezza pubblica ma deve essere motivato con provvedimento scritto e la competenza è in ogni caso del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
• Perché allora il ministro dell’Interno Matteo Salvini dice che i porti in Italia sono chiusi?
Quella di Salvini, sposata fino ad ora da tutto il governo, è solo un’indicazione politica che non è mai stata tradotta in un provvedimento ad hoc. Le iniziative in tal senso prese di volta in volta dalle autorità territoriali sono per questo sempre state oggetto di indagini della magistratura
• Le acque territoriali italiane sono inibite alle navi delle Ong?
Per tenere lontane dai porti italiani le navi umanitarie il ministro Salvini ha già firmato due direttive per il coordinamento dell’attività di sorveglianza delle frontiere marittime e per il contrasto all’immigrazione illegale con cui invita i vertici delle forze dell’ordine, della Marina e della Guardia costiera a «prevenire, a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, l’ingresso illegale di immigrati sul territorio nazionale».
• Qual è il principio sul quale si fondano queste direttive?
Le direttive richiamano la Convenzione delle Nazioni unite sul diritto del mare e stabiliscono che le navi che portano immigrati non sono da ritenersi «non inoffensive» e quindi a buon diritto può essere inibito loro il passaggio in acque territoriali
• È possibile vietare l’ingresso in acque territoriali a navi italiane?
No, le navi italiane non devono essere preventivamente autorizzate ma la nuova direttiva alla firma prevede il blocco di quelle umanitarie non coordinate dal centro di soccorso di Roma