Il Messaggero, 16 aprile 2019
Mina al Festival
Dopo l’intervista di Pani, che ha aperto a una possibile direzione artistica della grande cantante al Festival, l’ad della Rai si dice interessato «ad ascoltare e ragionare insieme sul futuro». E annuncia un incontro di esperti per cambiare le regoleLA REAZIONE
Quando ieri mattina Fabrizio Salini, l’amministratore delegato della Rai, ha letto l’intervista de Il Messaggero a Massimiliano Pani, è rimasto a bocca aperta. Dopo le opportune verifiche, lo stupore è diventato interesse e infine speranza. Il figlio di Mina, 55 anni, da trenta produttore e arrangiatore di tutti i suoi dischi, aveva appena dato la clamorosa disponibilità di Mina ad assumere l’incarico di direttrice artistica della 70esima edizione del Festival di Sanremo.
LA DICHIARAZIONEQueste le sue parole: «Se la Rai le chiedesse di scegliere i brani in gara, e le permettesse di mantenere la sua visione artistica, credo proprio che accetterebbe». Nel pomeriggio l’ad di Viale Mazzini ha replicato così: «Mina è Mina. E di fronte a un’apertura come questa manifesto tutto il mio interesse e quello dell’azienda. Chiamerò Massimiliano Pani nei prossimi giorni per dirgli che siamo ovviamente disponibili, per uno o più incontri, per ascoltarlo e ragionare sul futuro del Festival».
SETTANTA ANNIA proposito del futuro della rassegna canora, che l’anno prossimo festeggerà i 70 anni, tramontata l’ipotesi di un terzo mandato a Claudio Baglioni, la situazione al momento è questa: Amadeus è in pole position ma nulla è stato deciso e quindi di firme su contratti e ufficializzazione dell’incarico non se ne parla. Idem, ovviamente, per la direzione artistica. Tutto, insomma, è ancora da definire. Di sicuro, però, c’è l’interessante iniziativa presa in questi giorni proprio da Salini per cercare di affrontare, e risolvere, i problemi più spinosi che mai come nell’edizione di quest’anno sono sembrati a tutti, o quasi, imbarazzanti – per non dire altro – e non più rinviabili. Così l’ha raccontata Salini a Il Messaggero: «Per la seconda settimana di maggio abbiamo organizzato un incontro, a Milano, con alcuni professionisti del settore musicale per discutere di composizione delle giurie, meccanismi di voto e possibili conflitti di interesse. Con il loro contributo speriamo di trovare la opportune soluzioni per fare un festival sempre migliore».
Al tavolo voluto dall’ad di Viale Mazzini sono stati invitati, per ora, professionisti dai curriculum importanti e inattaccabili come Stefano Senardi, 63 anni (produttore discografico e direttore artistico, artefice delle carriere di Zucchero, Franco Battiato, Subsonica, Afterhours e tanti altri), Francesco Barbaro, 55 (produttore e manager di Carmen Consoli, Max Gazzè, Levante etc.), Massimo Bonelli, 44 (musicista e produttore), Enzo Mazza, 53 (presidente della Fimi, la Federazione Industria Musicale Italiana), Caterina Caselli e suo figlio Filippo Sugar, 73 e 47 (di fatto i titolari della più importante etichetta discografica italiana, la Sugar, lui è stato anche presidente della Siae dal 2015 al 2018), Andrea Spinelli, 55 (giornalista musicale di lungo corso, noto per competenza e integrità professionale, e storico presidente della sala stampa del Festival).
SENZA PROBLEMIA loro vanno aggiunti un cantante di primissimo livello, un esperto di sondaggi, un rappresentante della radiofonia Rai. Nomi da definire nei prossimi giorni, a cavallo delle festività pasquali. «Il fine ultimo di questa giornata di lavoro, che potrà anche essere replicata», ha aggiunto Salini, «è quello di consegnare al direttore artistico e al conduttore un Festival alleggerito da qualsiasi problematica».
TREMILA CANZONISe alla fine a scegliere l’impostazione del Festival, e a selezionare i brani in gara, sarà proprio Mina, lo vedremo nei prossimi mesi. Lei, di sicuro, oltre a essere Mina – e non c’è altro da aggiungere – è un’artista che in qualche modo è come se si preparasse a questo incarico da una vita. «Riceve e ascolta circa tremila canzoni l’anno», ha detto Massimiliano Pani nell’intervista di ieri, «e non ne tralascia una, che sia di autore celebre o sconosciuto. Non accetta le operazioni puramente commerciali. Premia la creatività e la creatività premia lei». Boom. È Mina.