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 2019  aprile 16 Martedì calendario

Il patrimonio di Putin

Lo stipendio ufficiale, la pensione militare, gli interessi sui risparmi e qualche investimento. Totale: 8,6 milioni di rubli, 119mila euro. A tanto ammonta la dichiarazione dei redditi per il 2018 del presidente russo Vladimir Putin. Tutto è pubblicato sul sito del governo della Federazione russa, che in osservanza al principio della trasparenza mette a disposizione i dati relativi alle più alte cariche, compresi il ministro degli Esteri Sergej Lavrov (100mila euro), il premier Dmitrij Medvedev (136mila) e il capo della Difesa Sergej Shoigu (158mila). Tra i beni dichiarati da Putin, un appartamento di medie dimensioni a San Pietroburgo, un paio di auto vintage e un rimorchio con tenda da viaggio. Le finanze del numero uno del Cremlino sono oggetto di speculazione da tempo: in pochi credono che corrispondano a quelle riportate sui documenti ufficiali. Secondo alcune ricostruzioni, come quella fatta da Bill Browder, a capo del fondo d’investimento Hermitage Capital Management, Putin sarebbe tra gli uomini più ricchi del mondo – se non il più ricco – con un patrimonio da 200 miliardi di dollari.
Stando a quanto dichiarato, le finanze del presidente russo si sarebbero ridotte in modo significativo rispetto all’anno prima: nel 2017 aveva certificato entrate per 18,7 milioni di rubli, 257mila euro circa. Ma sarebbe questa l’eccezione: proprio quell’anno, secondo le cronache locali, Putin avrebbe venduto dei terreni, da lì il guadagno extra. Tra le proprietà figurano le due Volga d’epoca (valutate rispettivamente 15mila dollari su eBay e 6.800 dollari nuova). Dei due beni immobili dichiarati, l’ex agente del Kgb è proprietario solo di quello di San Pietroburgo, 77 metri quadrati più il garage. Dell’altro – 153 metri quadrati nella capitale, Mosca – ha solo l’usufrutto in quanto presidente.
Nel 2017 Browder, un tempo uno dei maggiori investitori stranieri in Russia fino all’espulsione nel 2005, era andato a esprimere i propri dubbi di fronte alla Commissione giustizia del Senato statunitense. Secondo il finanziere, Putin sarebbe «uno degli uomini più ricchi del mondo» grazie a quanto messo da parte «illecitamente» in 17 anni al potere. Un’inchiesta condotta nel 2016 nell’ambito dei Panama Papers dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi insieme al quotidiano russo indipendente Novaya Gazeta era arrivata alla conclusione che gran parte delle ricchezze possedute da Putin fossero intestate ad amici e parenti. Che il suo stile di vita non corrispondesse alla dichiarazione dei redditi lo facevano intendere anche gli orologi che il presidente russo ama portare al polso, come fa notare il sito Quartz: dal Patek Philippe da 60milla dollari al Blancpain Léman da 10mila, passando per il A. Lange & Sohne di platino, 500mila dollari.
Secondo la Banca mondiale nel 2017 il reddito medio pro capite in Russia era di 22mila euro l’anno. Pochi giorni fa il ministero del Lavoro ha comunicato che nel 2018 i redditi reali dei cittadini sarebbero cresciuti del 6,8%. Ma il dato stride con quello diffuso in precedenza dal Rosstat, l’ente nazionale di statistica: -0,2% nel 2018 sull’anno prima. È sempre l’agenzia a certificare che il 12,9% della popolazione russa – quasi 19 milioni di persone – vive sotto la soglia di povertà, cioè con entrate inferiori al corrispettivo di 150 euro al mese. A corollario, i dati del quotidiano economico russo Kommersant pubblicati il 12 aprile: secondo uno studio della Higher School of Economics di Mosca e dell’Istituto per la ricerca della banca Vnesheconombank, il 90% delle attività finanziarie, dei titoli, dei depositi vincolati, dei conti correnti e del denaro in circolazione è nelle mani del 3% dei russi.