Libero, 15 aprile 2019
Le lettere di Bernstein all’amata
Lettere ai familiari di Leonard Bernstein (Archinto, pp 168, euro 25) raccoglie la parte dedicata alla corrispondenza familiare dell’imponente corpus di lettere, sterminato e variegato come pochi altri, lasciato da Leonard Bernstein. Si tratta di una sezione che occupa uno spazio relativamente esiguo, ma che è particolarmente significativa, poiché fornisce un sigillo di autenticità a quell’insieme di caratterizzazioni fatte di esuberanza, di stati di eccitazione, di voluttà nell’esibirli, che hanno costituito non solo la cifra del suo linguaggio gestuale direttoriale – e che in quanto tali hanno talvolta fatto discutere per la loro platealità ostentata – ma più in generale la spia indefettibile di un suo bisogno esistenziale, quello del comunicare. Traspaiono da queste lettere l’amore per la vita, la sete di conoscenza, la curiosità insopprimibile, che vanno di pari passo con l’esigenza di farne partecipi, coinvolgendoli, i suoi interlocutori. La circostanza, non incidentale, che le lettere ai familiari coprano un arco temporale prevalente che è quello della prima maturità di Bernstein, caratterizzata dall’euforia per le implicazioni della sua attività di artista globe-trotter, non è priva di effetti sul tenore emotivo che ne traspare. Specialmente le lettere scritte dall’estero, nel corso di tournée spesso lunghissime, tradiscono infatti entusiasmi e trasporti che ai nostri occhi di veterani ormai saputi della globalizzazione possono a volte apparire eccessivi, ma sono perfettamente in linea con l’immagine del Bernstein direttore e del Bernstein pedagogo, come ci sono stati consegnati dalle memorabili lezioni di musica dei suoi Young Peoplès Concerts. Buona parte delle lettere contenute nel volume sono quelle scambiate con la moglie Felicia, toccanti testimonianze di una tormentata ma struggente storia d’amore.