Libero, 15 aprile 2019
Intervista a Claudio Cecchetto, candidato sindaco a Misano
Sono due gli eventi più politicamente sconvolgenti del momento. Uno è la candidatura del comico Volodymyr Zelensky a presidente dell’Ucraina (il quale però, in una fiction tv interpreta proprio il presidente dell’Ucraina, quindi uno straccio di esperienza, sulla carta, ce l’ha). L’altro è Claudio Cecchetto che si propone come sindaco di Misano Adriatico, il ridente paesello della riviera ignaro dello tsunami elettorale che si sta appropinquando. Premetto che infilare Claudio Cecchetto in politica è come invitare Di Maio a una reunion dei Led Zeppelin o Trump a una festa di catecumenali messicani: un evento inesistente in natura. Inoltre aggiungete che Cecchetto – 66 anni, conduttore, dj, talent scout, pedagogista del cazzeggio – negli ultimi quarant’anni non è cambiato di una virgola: ha pensieri pindarici, progetti che sono stormi d’aquile dall’apertura alare illimitata e sguardo da adolescente in perenne polluzione. Qualunque cosa accada renderà le sue elezioni una estenuante e coloratissima finale di Superbowl. Come ti chiamo, “signor Sindaco Cecchetto”?
«Mi piace pensare di poterlo diventare, mi impegno di sicuro come se lo fossi, ma alla fine lo dovrà decidere la gente di Misano. In realtà, io sto applicando le tecniche del mio lavoro di talent scout invece che su un artista su un territorio quasi sconosciuto. Ed è questo il bello: se mi avessero chiesto di fare il sindaco di Bologna, Firenze, Roma non avrei accettato».
Claudio, perdonami. Questa storia della “nuova sfida” mi convince fino a un certo punto. Entri in politica e con una lista Civica al 100% W Misano viva che – perdonami – è un po’ un modo per non schierarti. Poi, da Milano, entri col piedino e vuoi scardinare un sistema, quello rivierasco, che non andava malaccio…
«Stai insinuando che mi stavo annoiando e mi sono buttato in una cosa nuova per mantenermi vivo, nonostante io non sappia nulla di politica...»
Perché, non è così?
«Certo che è così. Ma ti giro l’ottica. Io non seguo la politica nazionale, anche se so che magari è utile farlo. E, in teoria, non mi interessano neanche la cura dei giardini pubblici o l’andamento delle buche nell’asfalto di Misano che non sono diverse da quelle di Roma o di Arezzo: di questo si occuperanno i collaboratori, l’importante è scegliere una buona squadra cosa che ho sempre fatto, chiedi a Lorenzo, Max, Ama, Gerry (Jovanotti, Pezzali, Amadeus, Scotti ndr). Io, come ho sempre fatto nella mia carriera, vorrei pensare un po’ più in grande, con la vision. Coprire le buche sì, ma continuare a nutrire il diritto alla felicità. Lo scopo è rendere felici, e una volta raggiunto, quello successivo è di mantenerla, la felicità. La mia mission è questa. La gente ha bisogno anche di divertirsi, sennò che vita è?».
Cioè, vuoi dire: niente buche da coprire, rotonde per la viabilità e piani regolatori ma discoteche aperte, gnocca e “Uno, due, tre casino”?
«Ma no, dai, non capisci. Misano potrebbe essere una cittadella-laboratorio per un turismo diverso da quello della costa adriatica. Quando proposi Radio DeeJay sette anni dopo la nascita delle radio libere mi dissero: “Ma andiamo, Cecchetto un’altra radio?” E poi, infatti s’è visto...”. Ma anche come con la radio mi è difficile spiegare a parole, vado a visioni e sensazioni, qua il bello che puoi costruire senza distruggere alcun modello precedente di turismo».
Perdona ancora, ma che cos’avrebbe Misano Adriatica…
«...Misano Marittima».
Come “Misano Marittima”?
«Quando il vecchio sindaco di qui mi chiese un’idea per il turismo, ho pensato di cambiargli nome “Misano Marittima”, per creare il contrasto con “Milano Marittima”. Il sindaco s’è messo a ridere. Poi ho pensato di dividere le 9 frazioni di Misano in 9 distretti, come a Los Angeles...»
Ah, ok.
«Non ti sento convinto».
Volevo dire: ma cosa avrebbe “Misano Marittima” di diverso rispetto alle altre amene località di queste parti?
«Qui c’è della roba che non ha nessuno, l’autodromo, il territorio per due terzi verde, il bosco è a venti metri dalla sabbia: da una parte c’è la spiaggia, dall’altra i campi, ti giri e vedi il contadino che ara. È come vedere un agricoltore su una mucca a Disneyland. Hai mai visto una cosa del genere a Milano?».
No, in effetti. Ma non afferro il nesso tra la mucca e le elezioni...
«Ok, ti spiego bene il mio programma elettorale...»
No, grazie, preferisco leggermelo nel buio della mia stanzetta. Piuttosto, possibile che in questa avventura nuova tu non abbia modelli di riferimento?
«Politici no, da giovane facevo i cortei con la sinistra, ma davvero ho più guardato sempre agli uomini che alle loro ideologie. Se però mi parli di modelli tout court, certo. A 66 anni posso dire che il modello è la mia vita, da Sanremo a Radio DeeJay ai grandi talenti scoperti. E, escluso me, il modello è Renzo Arbore. È da quando ho vent’anni mi dicono che sono il nuovo Arbore...»
A proposito: esiste un nuovo Cecchetto?
«Francesco Facchinetti. Quando l’ho scoperto prima gli ho fatto fare la “pianta”: mesi e mesi immobile in sala d’attesa ad osservare come si muovevano gli altri. Poi, una volta imparato come gira il “fumo”, partire in quarta. La tecnica è questa. Gli predissi un grande futuro come scopritore di talenti, e oggi questo fa. Anzi, a dire il vero dissi a Francesco che sarebbe stato il nuovo Amadeus».
E Amadeus come la prese?
«Mi rispose: “Claudio, ti ringrazio, ma io però sono l’ultimo arrivato questo discorso non potresti farlo a Gerry Scotti?”. In realtà Ama è il miglior conduttore sulla piazza. È un ottimo attore, non devi fargli fare il direttore artistico, ma se gli cuci l’abito su misura, lui lo porta alla grande. Lo vedo a condurre Sanremo, sul palco chiama tutti gli amici, tutti i miei “figli”: Gerry, Lorenzo Fiorello, Max. E me, orgogliosissimo».
Se ti dicessero di tornare a Radio Dee Jay?
«Non so se rifarei la radio. Radio DeeJey lo sento ancora una mia creatura l’ho creata, lanciata poi è arrivato De Benedetti e non mi ha tenuto. Sono scelte, per carità, io sarei rimasto. E, bada, non ce l’ho neanche con Linus che ha preso il mio posto: gli hanno fatto una proposta della madonna: salire al volante della Ferrari delle radio italiane, al suo posto avrei fatto lo stesso. Se avessi Dee Jay ora non saprei cosa farci, non c’è più nulla da creare».
A parte la mucca e Disneyland, lo voteremmo…