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 2019  aprile 15 Lunedì calendario

Trent’anni fa i 96 morti di Hillsborough

Quasi tutto quello che è bello oggi, nel calcio inglese, o perlomeno quel che piace, è nato in una delle sue giornate più tragiche, 30 anni fa, in un sobborgo nordoccidentale di Sheffield, nord dell’Inghilterra. Hillsborough è il nome che è passato alla storia, lo stadio dello Sheffield Wednesday nel quale 96 tifosi del Liverpool morirono soffocati e schiacciati in un settore che non poteva contenerli. 
Era la semifinale di Coppa d’Inghilterra contro il Nottingham Forest e poco prima dell’inizio la calca agli ingressi del settore dei tifosi dei Reds fece prendere ai responsabili della polizia la decisione più sbagliata: aprire un cancello. Pochi secondi dopo una massa di persone si infilò nel tunnel centrale del settore e la pressione sulle due gradinate centrali cominciò a fare vittime, mentre le forze dell’ordine, impreparate, non reagirono o addirittura cercarono in alcuni casi di respingere i tifosi che cercavano di scavalcare le recinzioni per salvarsi. 
L’anniversario numero 30 fa cifra tonda ma ogni anno la commemorazione ha un fortissimo impatto emotivo. Il memoriale ospitato dietro la tribuna principale di Anfield, lo stadio del Liverpool, è perennemente decorato di fiori e ricordi, e la stessa cosa accade anche a Hillsborough, stadio che è stato rinnovato ma il cui tunnel centrale è più o meno quello di 30 anni fa, con la sola, non piccola differenza che ora sfocia in una zona di comodi seggiolini. E dire che la tragedia si poteva evitare: già nel 1981, per la semifinale tra Tottenham e Wolverhampton, nello stesso punto c’erano stati 38 feriti, e per questo la federazione non aveva più assegnato semifinali a Hillsborough fino al 1987. Nel frattempo il club di casa, lo Sheffield Wednesday, aveva diviso in due il settore centrale, per impedire spostamenti laterali, ma in quel 1987 e poi nella semifinale 1988, ancora Liverpool-Forest, si era verificata una situazione di grande pericolo, tanto che un tifoso aveva poi scritto alle autorità per sottolineare l’inadeguatezza dell’impianto. Non era stato letto e men che meno ascoltato, e si arrivò al dramma del 1989. 
Punto di svolta: il rapporto stilato da un giudice, Peter Taylor, cugino alla lontana dell’attrice Gwyneth Paltrow, di fatto costrinse i club inglesi a cambiare drasticamente rotta sul piano degli stadi. Posti a sedere, abbattimento di transenne e barriere, maggior ordine e controllo sulla vendita dei biglietti. Tempo tre anni e la First Division diventava la Premier League arricchita dalle televisioni satellitari: dai 18.851 spettatori di media del 1983-84, record negativo stabilito nel peggior periodo di violenza dentro e fuori dagli stadi, si è passati ora ai 38.043 della stagione in corso. L’atmosfera negli stadi è calata e molto meno intensa di una volta, ma i numeri non mentono.