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 2019  aprile 15 Lunedì calendario

La nuova vita di Ratzinger

Ha scelto una vita di silenzio e di preghiera. È entrato volontariamente in un cono d’ombra per «l’ultima tappa del suo cammino di pellegrino» affinché il suo successore non ne venisse danneggiato. Ha scandalizzato alcuni teologi con la sua «cessazione dall’ufficio di romano pontefice» e creato discussioni vibranti sul futuro stesso del Papato. Il mondo, però, non l’ha dimenticato e ieri, uno speciale Tg2 Dossier firmato da Giovan Battista Brunori ha raccontato in maniera approfondita «la nuova vita del Papa teologo».
Joseph Ratzinger compirà domani 92 anni. Sono passati sei anni dalle sue dimissioni. Bersaglio di feroci accuse, definito «Panzerkardinal», arcigno custode della fede, con il passare degli anni è stato profondamente rivalutato, con l’emersione del vero profilo di un papa teologo capace di proiettare la Chiesa nella modernità.
Il vaticanista Brunori, accompagnato da Padre Georg, è entrato nel monastero Mater Ecclesiae in cui Ratzinger vive in Vaticano, ha visitato la cappella dove celebra ogni giorno la Messa, l’orto, le celle per la notte, la stanza riservata al fratello. «È un uomo di 92 anni, lucidissimo» racconta l’arcivescovo Georg Ganswein «in pace con se stesso e con il Signore. É una persona molto tranquilla. Certo le forze fisiche sono diminuite. Con gli acciacchi nelle gambe, ma come dice lui è meglio avere nella testa molto chiara la situazione».
Padre Georg racconta anche la sua vita divisa a metà tra il Papa regnante e quello emerito. «All’inizio, di fronte a una situazione così nuova era difficile trovare l’equilibrio. Io abito qui con lui, la mattina c’è la messa alle 7 e mezza a cui partecipano le memores, Papa Benedetto e io. Dopo la Messa c’è il breviario, la colazione e poi io scendo al Palazzo Apostolico e accompagno Papa Francesco per le udienze, poi torno per il pranzo alle 13.30, una piccolissima passeggiata sulla terrazza e poi il riposo. Dopo accompagno il Santo Padre nei Giardini Vaticani dove fa una piccola passeggiata e dopo il Rosario. Alle 19 e 30 la cena, il telegiornale e poi il Santo Padre si ritira. Lui continua a studiare, scrivere lettere e leggere».
Oggi il Papa emerito non veste un abito da vescovo, ma un abito bianco talare semplice. Gli piace parlare con le persone, si innamora dei cappelli che gli portano, si ricorda i compleanni delle persone. In questo racconto intimo entra anche il rapporto con Papa Francesco. Il Cardinale Julián Herranz racconta che i due Papi «soffrono quando si cerca di giocare con loro e manipolarli per portarli da una o dall’altra parte. Papa Benedetto ha una profonda stima del successore, loro due sono come un diamante con tante sfaccettature. Facendolo girare la luce ne fa splendere di più una, la ricchezza del magistero da una parte, la carità dall’altra. Ma Papa Benedetto non discute mai con Papa Francesco dei problemi di governo della Chiesa, è attentissimo». Il documentario si conclude con un ricordo di Padre Georg dell’ultimo giorno di pontificato. «Scese dalla terza loggia, dall’appartamento, spegnendo la luce dietro di sé, al cortile San Damaso lo aspettava la macchina per l’aeroporto per andare a Castel Gandolfo. Un momento duro, doloroso». Un passaggio vissuto con straordinaria serenità dal Papa in cui, per dirla con Brunori, Benedetto XVI manifestò «il coraggio di mostrarsi debole e di vivere il papato come servizio, non come un potere».