Il Messaggero, 15 aprile 2019
Il problema dei monopattini in città
Sono utili, comodi, economici ed ecologici, anche se poco sicuri. E finora sono stati pure fuorilegge, eccetto in parchi o strade private, perché non ci sono norme a regolare il loro utilizzo. La rapida diffusione ha però convinto il governo a intervenire per soddisfare le mire dei produttori e il desiderio dei consumatori di usare monopattini elettrici, hoverboard, segway e monowheel. Il ministero dei Trasporti ha quindi preparato un decreto attuativo, che sarà condiviso con le amministrazioni e gli enti locali affinché entro l’estate si possa avviare la sperimentazione nei centri urbani. Ideali per muoversi in città, i mezzi dell’ultimo miglio – cioè il tratto finale del percorso per arrivare al lavoro, magari dopo aver preso un treno o la metro – stanno cambiando le abitudini degli spostamenti brevi, facendosi sempre più spesso preferire a biciclette (in particolare tra le donne).
Nel piano prefigurato dal ministero, come riportato dal Sole 24 Ore, i monopattini possono circolare su piste ciclabili e nelle aree con limite di velocità a 30 km/h viaggiando tra i 6 e i 20 km/h e nelle aree pedonali toccando al massimo i 6 km/h; possono essere condotti da maggiorenni e minorenni dotati di patente Am (quella per la guida dei ciclomotori), senza trasportare passeggeri o cose ed evitando manovre brusche e acrobazie.
Tutti i mezzi non possono essere utilizzati dopo il tramonto e qualora le condizioni atmosferiche richiedano l’illuminazione, mentre spetterà ai comuni realizzare una specifica segnaletica stradale, determinare aree di sosta e prevedere l’obbligo di copertura assicurativa per i monopattini disponibili nei servizi di noleggio. Come per tante novità dall’esito impronosticabile che si rivelano un successo, anche con la micromobilità sono arrivati prima i mezzi e poi le regole, ma al di là delle indicazioni dall’alto, basterebbe il buonsenso per mettere il casco quando si decide di muoversi con un monopattino elettrico. A mettere in guardia i più spavaldi ci sono gli studi riportati da diversi centri medici Usa, dove questi mezzi sono molto gettonati già da un paio di anni, che evidenziano come il mancato utilizzo del casco possa determinare danni in caso di incidenti o cadute.
Molto peggio va a chi finisce per essere investito da un’auto: i crash test organizzati da alcune compagnie di assicurazioni hanno dimostrato come l’impatto contro una macchina che viaggia a una velocità di 50 km/h ha molte possibilità di rivelarsi fatale per chi guida il monopattino. Le immagini in proposito non lasciano spazio a repliche, con il manichino che è stato scaraventato a quasi venti metri di distanza e il mezzo piegato in due.
Insidie a parte, i veicoli elettrici dalle dimensioni minime stanno conquistando le principali metropoli mondiali. Partendo dagli Stati Uniti, sono arrivati in Europa e in Asia per un giro di affari che si aggira sui 16 miliardi di dollari e che, secondo le stime della società di analisi Grand View Research, entro il 2030 supererà i 40 miliardi di dollari. A trainare il mercato ci sono Bird, Lime e Spin (acquisita da Ford), startup che nella Silicon Valley hanno toccato quotazioni superiori ai due miliardi di dollari.
Il servizio che offrono è perlopiù identico: i mezzi si noleggiano via app, hanno un’autonomia di circa 30 km, possono essere lasciati in un punto qualsiasi del perimetro cittadino prefissato, con corse che richiedono un dollaro per l’affitto del monopattino e 15 centesimi per ogni minuto di utilizzo. Forte di un recente finanziamento da 310 milioni di dollari, Lime conta su una flotta che miscela eBike e monopattini elettrici, con questi ultimi battezzeranno le operazioni in Italia. Bird, che ha presentato i suoi monopattini all’Expomove di Firenze, mentre Helbiz ha avviato a Milano una sperimentazione con il servizio Helbiz Go, che geolocalizza i mezzi da sbloccare con il codice QR che si trova sul manubrio.