Gazzetta dello Sport, 15 aprile 2019
Forse non è di Ratzinger il documento sulla pedofilia e contro il Sessantotto. Parla la fidanzata del carabiniere ucciso nel foggiano. Mina direttore artistico del Festival di Sanremo?
In prima pagina Caos Libia: Haftar al Cairo, al-Thani e Maetig a Roma e i consiglieri francesi in Libia
• La Stampa insinua che il documento sulla pedofilia contro il Sessantotto non sia stato scritto da Ratzinger, ma dal suo entourage ultratradizionalista. Il papa emerito, che compie 92 ann domani, non avrebbe più la testa per comporre un documento simile
• Le morti di Bibi Andersson, Ciarrapico e Mira Markovic
• Gli amori di Vasco Rossi
• Salvini attacca la Raggi e comincia così la sua campagna per la conquista di Roma
• La Meloni, Toti e Fitto tentano di dar vita a una nuova destra senza Berlusconi
• Direttore e vicedirettore del Tg1 vengono quasi alle mani
• Pistole elettriche per le forze di polizia
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• Ieri Blackout di Facebook, Instagram e WhatsApp
• Chievo in serie B, per lo scudetto la Juve deve attendere
• Il ritorno di Tiger Woods Amori Stefania Galano, fidanzata di Vincenzo Di Gennaro, il carabiniere ammazzato sabato mattina a Cagnano Varano (Foggia) descrive il suo uomo così: «Paziente. Disponibile. Giocherellone. Juventino (sorride). Un uomo spiritoso. Introverso, ma io avevo trovato il modo di farlo uscire da quel suo guscio. “Stefania non mi provocare”, mi diceva scherzando. E in fondo era vero. Sono stata io a corteggiarlo». Cinque anni fa?
«Ci presentò un amico, all’inizio fu una semplice simpatia, poi prendemmo a frequentarci. Lui scorpione, io capricorno. Alla fine avevo finito per tifare Juve anche io (sorride). Vede questa? (Una tazzina da caffé con il logo bianconero, ndr). Ecco è uno dei regali che la gente, per prenderlo in giro, gli faceva. C’è anche un cuscino juventino...». Due anni fa la svolta.
«Andammo a convivere. La casa, i progetti, l’idea di un bambino». Il matrimonio.
«Siamo credenti. Sognavamo la cerimonia in una delle chiese barocche di San Severo, ci piaceva progettare quella giornata». C’era già una data?
«Non ancora». E sabato...?
«Io ero in casa. Due giorni prima lui mi aveva portato delle camicie da lavare: “Ci pensi tu per favore?” aveva detto. Pensavo alla sua licenza, a quando ci saremmo rivisti, c’erano le faccende da sbrigare... Quella mattina ricevo una telefonata. Ecco, in realtà, quello che mi ha ucciso non è stato quello...». Che altro?
«Poco più tardi l’espressione dei colleghi. Quando qualcuno deve darti una notizia del genere ha uno sguardo speciale, qualcosa che ti esclude dal resto del mondo, in quel momento sei sola». [Ilaria Sacchettoni, CdS]. Mina direttore artistico del Festival di Sanremo? Mina, 79 anni, potrebbe essere il direttore artistico del festival di Sanremo. Dice il figlio, Massimiliano Pani, 55 anni, produttore, arrangiatore e fidatissimo filtro con l’esterno: «Se la Rai le chiedesse di scegliere i brani in gara, e le permettesse di mantenere la sua visione artistica, credo proprio che accetterebbe». Mina guarda Sanremo?
«Da sempre, con attenzione. Da lì ha preso tanti brani, penso alla sua interpretazione di La voce del silenzio del 1968 o a Oggi sono io del 1999. Ha grande cultura musicale. Ogni tanto mi dice: mi compri un disco di questo tizio? Poco dopo si rivela un successo internazionale. È una fuoriclasse nell’intuire il potenziale prima degli altri».
Quanti dischi ascolta?
«Ne riceviamo circa tremila l’anno e non ne tralascia uno, che sia di autore celebre o sconosciuto. Non accetta le operazioni puramente commerciali. Premia la creatività e la creatività premia lei. L’anno scorso, a 60 anni dall’esordio, aveva due dischi in classifica, Maeba e Paradiso». [Massimiliano Pani a Simona Orlando, Mess].