Il Sole 24 Ore, 13 aprile 2019
Pensioni d’oro per i manager occidentali
Paesi occidentali invecchiano e con l’età si sposta anche la ricchezza. La classifica che andrà per la maggiore, fra qualche anno, sarà in Europa e negli States quella delle pensioni d’oro a giudicare dalle ultime uscite di manager di peso. L’ultimo in ordine temporale è Tom Enders, che questa settimana ha lasciato la poltrona di ceo di Airbus con una pensione vicina ai 26 milioni di euro. D’altra parte che dire dell’ex ceo di Daimler Dieter Zetsche, che riceverà una pensione di un milione l’anno. E non se la cavano male neanche i manager di Volkswagen, che chiudono la carriera vedendosi riconosciuta una pensione pari al 70% della remunerazione base. Per Hence Joe Kaeser ex Siemens, invece, il contributo è solo del 56% dell’ultima remunerazione, vale a dire un contributo di 1,2 milioni di euro solo lo scorso anno. Percentuali che naturalmente stridono se messe a confronto con quanto viene riconosiuto ai dipendenti: il 10% in Gran Bretagna e il 30% negli Stati Unit, ad esempio. Proprio per questo non mancano le pressioni sulle aziende per rivedere le politiche di pensionamento per i manager. La scure in qualche caso è già arrivata. Ma il vento non sembra ancora cambiato per i super pensionati.