https://www.lettera43.it/it/articoli/cronaca/2019/04/12/agguato-a-milano-via-cadore-enzo-anghinelli/231172/, 12 aprile 2019
IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – PERDIAMO ANCHE DETTO MARIANO, 82 ANNI, AUTORE DI CANZONI, ARRANGIATORE, COMPOSITORE DI MUSICA PER FILM E PER SIGLE DI SERIE D’ANIMAZIONE. NON CE L’HA FATTA NELLA LOTTA CONTRO IL VIRUS. AVEVA UN TALENTO INCREDIBILE E UNA PASSIONE CHE LO PORTARONO A LAVORARE PER TUTTI I GRANDI SUCCESSI PRIMA DEL CLAN E POI DI ADRIANO CELENTANO FINO AL 1968, POI A ARRANGIARE UNA SERIE DI INCREDIBILI HIT DI LUCIO BATTISTI (“EMOZIONI”), MINA (“INSIEME”), AL BANO (“NEL SOLE”), BOBBY SOLO, I CAMALEONTI - VIDEO -
Ecco. Perdiamo anche Detto Mariano, 82 anni, autore di canzoni, arrangiatore, compositore di musica per film e per sigle di serie d’animazione. Non ce l’ha fatta nella lotta contro il virus. Aveva un talento incredibile e una passione che lo portarono a lavorare per tutti i grandi successi prima del Caln e poi di Adriano Celentano fino al 1968, poi a arrangiare una serie di incredibili hit di Lucio Battisti (“Emozioni”), Mina (“Insieme”), Al Bano (“Nel sole”), Bobby Solo, I Camaleonti.
Produsse e arrangiò anche un disco per Leo Ferré. Nato a Monte Urano, Marche, nel 1937, iniziò prestissimo a lavorare con Adriano Celentano, da quando si conobbero facendo il militare. Fu Celentano a rovesciargli clamorosamente nome e cognome e da Mariano Detto diventò Detto Mariano. Arrangia tutti i primi successi suoi e del Clan, da “Il ragazzo della Via Gluk”, “Ora sei rimasta sola” a “Pregherò” a “L’immensità”. Proprio rispetto a “L’immensità” ci fu una lunghissima causa con Don Backy circa la paternità della canzone.
Ma ci fu anche una lunga e poco simpatica causa con Celentano per il capolavoro rap “Prisencolinensinainciusol”, che Detto Mariano riteneva fosse sua. Non si saprà la verità, ammesso che esista una sola verità. Nel cinema iniziò a lavorare da quando Celentano e il Clan iniziarono a girare film, diciamo da “Uno strano tipo” e “Super rapina a Milano”, dove è anche attore. Lo troviamo anche come compoitore del thriller “Quarta parete”, 1969, ma è solo negli anni ’70 che diventò un lavoro vero e proprio.
Musica così il soft di Cesare Canevari “La principessa nuda” con Ajita Wilson e Tina Aumont, “Culastrisce, nobile veneziano” di Flavio Mogherini con Claudia Mori e una buffa apparizione di Celentano. Furono un grande successo le colonne sonore dei primi film di Maurizio Nichetti, “Ratataplan” e “Ho fatto splash”. Fece davvero di tutto negli anni ’80, dove fu tra i primi in Italia a usare il modello numero uno di Fire Light, un sistema particolare di campionatura computerizzata degli strumenti e dei suoni, con grande risparmio di tempo e di soldi per i produttori.
Ricordiamo così i tanti film con Celentano, “Qua la mano”, “Asso”, “Yuppi Du”, quelli con Renato Pozzetto, “Mia moglie è una strega”, La casa stregata”, “Il ragazzo di campagna”, le commedie sexy “Spaghetti a mezzanotte”, “Cornetti alla crema”, “W la foca”, i poliziotteschi, “Il giustiziere della strada”, ma anche un cultissimo pera-movie come “Amore tossico” che gli stava particolarmente a cuore. Avrebbe dovuto musicare anche l’ultimo film di Claudio Caligari, “Non essere cattivo”, come ci disse a Stracult un paio d’anni fa. Non certo un compositore classico, come lo fu per la commedia Gianni Ferrio, ma di gran velocità e riconoscibilità. Diciamo che gran parte del sound anni ’80, tra sigle, serie come “Club Vacanze”, film come “Ecceziunale veramente”, “Delitto al ristorante cinese”, “Grandi magazzini”, gli deve molto. Per il film di Duccio Tessari “C’era un castello con 40 cani” riesce a campionare tuttei i bau bau dei 40 cani e metterli assieme nella colonna sonora.
Cristina D’Avena lo ricorda oggi su FB come uno dei grandi compositori con cui ha avuto la fortuna di lavorare, e sigle indimenticabili come “Il grande sogno di Maya”, “Le avventure della dolce Kelly”. Ma sono sue anche “Gundam” e “Mazinga Z”.