Libero, 12 aprile 2019
Meglio fumare che mangiare male
Troppi grassi, troppo sale e troppo zucchero. Ma soprattutto poca frutta e verdura. Mangiare male fa male, fa ammalare e spesso fa morire. La cattiva alimentazione uccide più del tabacco ed è responsabile di un decesso su cinque a livello globale. È il drammatico bilancio tracciato dal Global Burden of Disease dell’Institute of Health Metrics and Evaluation di Seattle, che ha indagato sugli stili alimentari di 195 Paesi nel mondo, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista medica Lancet. È l’analisi più completa che sia mai stata fatta sugli effetti della dieta sulla salute, sui legami tra alimentazione e patologie croniche, come le malattie cardiovascolari, renali e il diabete, indipendentemente dall’associazione tra queste condizioni e l’eccesso patologico di peso. Oltre 11 milioni di vite umane sono state interrotte nel 2017 a causa di un regime alimentare sbagliato, contro gli 8 milioni di decessi dovuti al consumo di tabacco, e una dieta scorretta è risultata responsabile di 255 milioni di anni persi per morte prematura determinata da una patologia o perché vissuti con disabilità a causa delle complicanze dovute alle malattie associate alla cattiva alimentazione. Sono tre le abitudini che “coprono” più della metà dei decessi dovuti a diete sbilanciate: il basso apporto di cereali, poca frutta e l’alto apporto di sodio, il comune sale da cucina, che causano il 66% delle morti, mentre il restante 34% viene invece ricondotto ad un elevato consumo di carni insaccate, bibite zuccherate e acidi grassi trans.
DIETA BILANCIATA
Insomma mangiare male uccide più del fumo, della pressione alta e di qualunque altro fattore di rischio. Lo studio sottolinea l’importanza di una dieta bilanciata non soltanto a fini estetici, che oggi sembrano essere la preoccupazione principale, ma a fini salutistici, per limitare cioè il rischio di sviluppare malattie croniche che portano alla morte più rapidamente di quanto si creda. In conclusione, abbiamo dimenticato cosa mangiare per vivere in salute, sottovalutiamo i cibi che stanno provocando questo grande numero di vittime, e la ricerca ha individuato i 15 fattori alimentari fondamentali per il nostro benessere. Attualmente nel mondo il problema è che sempre più spesso seguiamo diete a basso contenuto di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci e semi, latte, fibre, calcio, omega3, grassi polinsaturi e diete ad alto contenuto di carne lavorata, bevande zuccherate, acidi grassi trans e soprattutto sodio. In particolare il killer più silenzioso per la nostra salute infatti, è quello che comprende cibo con troppo sale e poco grano e frutta, e la somma di quei bocconi succulenti a lungo andare ha un impatto negativo sul nostro metabolismo, causando malattie come cancro del colon, diabete tipo2, ipertensione e patologie cardiovascolari, che portano tutte inesorabilmente a decesso prematuri. È quindi l’alimentazione scorretta la causa di morte più frequente, più del fumo e dell’inquinamento, che causano invece tra i 7 e gli 8 milioni di vittime all’anno.
VITTIME IN AUMENTO
L’aspetto preoccupante dei dati riguardanti questa inchiesta è che il numero di vittime è in continuo aumento, e il rischio riguarda trasversalmente persone di diversa età, sesso e status economico, per cui gli scienziati si sono rivolti direttamente alle Istituzioni, sottolineando che le politiche dietetiche focalizzate sulla promozione di una dieta sana, possono ottenere più benefici rispetto a quelle che si concentrano sulla lotta ai cibi a rischio, ovvero è più efficace promuovere gli alimenti buoni piuttosto che stigmatizzare altri tipi di consumazione più dannosi. E gli stessi ricercatori hanno chiamato in causa anche il mondo dell’industria, sollecitando un bisogno urgente ed impellente di cambiamenti a vari stadi del ciclo di produzione alimentare, dalla coltivazione alla lavorazione, dall’imballaggio al marketing. Benché l’effetto dei singoli fattori dietetici sia variabile da un Paese all’altro, tra quelli più popolosi del pianeta, nell’ anno in esame risulta essere l’Egitto a riportare il più alto tasso di decessi legati all’alimentazione, seguito dall’Uzbekistan e Israele, mentre all’estremo opposto compaiono il Giappone, la Spagna e la Francia. In mezzo si trova l’Italia, nonostante la sua salutare dieta mediterranea, molto pubblicizzata e poco seguita, preceduta da Stati Uniti e Regno Unito. È stato accertato che nutrirsi bene potrebbe prevenire un decesso su cinque in tutto il mondo, e che mangiare frutta a fine pasto fa bene anche per via delle componenti antiossidanti che accompagnano la digestione proteggendo il cibo dai danni ossidativi, ed il valore dell’acidità della frutta non solo favorisce l’assorbimento di ferro contenuto nelle verdure e negli alimenti di origine vegetale e animale, ma comunica all’organismo anche un segnale di fine pasto, evitando la temibile obesità. Troppo spesso invece quando ci sediamo a tavola lo dimentichiamo, lo sottovalutiamo e ci lasciamo tentare, mentre non bisognerebbe scordare i proverbi popolari di antica saggezza, perché se una mela al giorno toglie il medico di torno, un bilanciato consumo di frutta e verdura quotidiana puoi farci vivere a lungo in salute, non farci ammalare e allontanare quindi la morte. P.s. Lo studio sull’alimentazione condotto in 195 paesi è stato finanziato dalla Fondazione di Bill e Melissa Gates, dopo che nel 2016 le Nazioni Unite avevano lanciato una campagna di azioni per la nutrizione, con l’obiettivo di rendere consapevoli le persone della assoluta necessità di adottare un regime alimentare sano, sia per la salute degli uomini che per l’ambiente.