Corriere della Sera, 12 aprile 2019
Antonio Ricci contro tutti
«Se volete polemiche sono qua». Antonio Ricci, guru di Striscia la notizia, affila l’aria sorniona e non si tira indietro. Punge Insinna e la Rai, rifila un paio di colpi a Celentano e all’Isola dei famosi, graffia Fazio e i reality che su Mediaset monopolizzano il palinsesto: «Ci sono tanti modi di fare tv ma spesso si sceglie di dare un gusto unico, puntare solo sui reality è una scorciatoia: genera personaggi e ospiti che occupano le trasmissioni del mattino e del pomeriggio, entri in una fanga da cui è difficile uscire. Ma evidentemente piace così. Una volta mi corrucciavo, ma ora ho capito che certe scelte anche quando sembrano illogiche in realtà hanno una logica».
Da lunedì 15 aprile Striscia fa il turnover di conduttori: su Canale 5 arrivano Michelle Hunziker (per lei sono 981 le puntate del tg satirico) e Gerry Scotti. Coppia affiatata, anche per la lunga coabitazione a Paperissima, «un programma praticamente quasi gratis: costa quanto i taxi che Fabio Fazio paga per avere i suoi ospiti in studio e fa ascolti migliori». Fiero della sua squadra di volti a rotazione («mi sento Mengele, abbiamo selezionato una razza di conduttori che non danno mai problemi»), risponde a Freccero che lo vorrebbe in Rai: «Non ho un contratto di esclusiva con Mediaset, quindi nulla mi impedirebbe di lavorare anche a viale Mazzini».
Parlare della tv di Stato è lo spunto per arrivare ad Andrea Fabiano, che quando era direttore di Rai1 disse che avrebbe ripristinato l’inizio della prima serata alle 21.15: «Il simpatico Fabiano è quello che difese Insinna piuttosto che la concorrente di Affari tuoi che finì preda delle sue sfuriate, sfuriate che nascevano non dal fatto che lui fosse un conduttore particolarmente focoso ma perché voleva taroccare la trasmissione. La prima serata non è mai partita alle 21.15, la Rai si faccia i suoi orari, sono loro che si vantano di essere il servizio pubblico. Striscia invece deve fare da supplente quando Mediaset non ha un prime time forte. Ogni sforamento poi non è frutto di un allungamento del brodo di parole, sono servizi, ovvero materiale che serve a fare qualità e dare ascolto alla rete, una cosa non usuale in tv».
È caustico quanto basta su Celentano e L’ isola dei famosi: «Siete voi che non l’avete capito, Adrian è stato un evento, come fotografare un buco nero. Se poi metti insieme L’isola e Adrian vengono fuori due buchi neri... Posso dire con cinismo che se il caso Fogli avesse portato ascolti almeno ci sarebbe stata una giustificazione a mettere in piedi una cosa così spietatamente delinquenziale, invece non ci sono stati nemmeno quelli. L’Isola è una trasmissione ormai usurata, lo si capiva dall’anno scorso». Ricci spera che Baglioni faccia per la terza volta il Festival di Sanremo: «Per me lui è un ottimo cliente, rientra nella cerchia di quelli che non devi spiegare chi sono. Oggi circolano vip e influencer che nessuno conosce».
Non manca una battuta sulla politica: «Non rimpiango mai il passato, per un autore avere nuovi avventori è sempre un piacere. La vera rivelazione? Non dico Toninelli – verrà rimpianto anche lui – piuttosto Zingaretti: inciampa sempre nelle parole, non riesce a dirne una giusta». La chiusura è dedicata a questi tempi molto social: «Tutti cercano amore e like, se avete uno come me che cerca rogne dovreste metterlo in una teca: io adoro essere mandato a quel paese».