Corriere della Sera, 12 aprile 2019
Monte Bianco a numero chiuso
Accessi regolamentati, controlli e multe: il Monte Bianco a numero chiuso come Venezia. La decisione è della Prefettura dell’Alta Savoia (Francia) che, dopo sei mesi di confronto con i professionisti della montagna, ha introdotto delle regole restrittive per salire ai 4.810 metri del «tetto» delle Alpi. Più precisamente è stato disciplinato l’afflusso lungo la via «normale» dal versante francese, la voie royale(considerata la più facile) che ogni anno attira circa 25.000 alpinisti da tutto il mondo. Dal 24 maggio si potrà tentare la scalata solo se in possesso di una prenotazione in uno dei tre rifugi sull’itinerario – il Goûter (120 posti), il Tête Rousse (74) e il Nid d’Aigle (20) – o nell’area campeggio di Tête Rousse (40 posti). I costi dell’ascensione lievitano: ai circa 1.000 euro della guida alpina vanno aggiunti 100 euro di pernottamento. Per ora è stata invece accantonata l’introduzione di un «permesso» a pagamento.
«Quando si creano icone come il Monte Bianco – commenta Pietro Giglio, presidente delle guide alpine italiane – si va inevitabilmente incontro a queste problematiche. Rispetto alle città d’arte, però, sul Monte Bianco c’è anche una questione legata alla sicurezza. Questi provvedimenti sono più che opportuni, va bene la liberté ma quando subentra sovraffollamento e si creano situazioni di pericolo occorre intervenire». La Prefettura ha anche introdotto la possibilità di controllare le guide alpine, per contrastare l’abusivismo, e ha annunciato che verrà aumentata la sicurezza del couloir del Goûter, il sentiero di circa 70 metri esposto alla caduta di massi dove dal 1990 ad oggi sono morti un centinaio di alpinisti. Per anni si era parlato di un ponte tibetano o addirittura di una galleria, ci si dovrà accontentare di alcuni segnali luminosi.
A garantire il rispetto delle regole sarà la gendarmeria di Chamonix. Pesanti le sanzioni ai trasgressori: dalle azioni penali per reati ambientali con condanne fino a due anni di carcere e 300.000 euro di multa, alle ammende amministrative fino a 15.000 euro. È soddisfatto il sindaco di Saint-Gervais-les-Bains, Jean-Marc Peillex, da sempre in prima linea per la regolamentazione degli accessi: «È la vittoria del Monte Bianco che finalmente viene tutelato. Una lotta solitaria di 15 anni, ma l’essenziale è esserci arrivati».
Oltre al sovraffollamento e alla protezione del sito, a spingere lo Stato francese ad intervenire sono stati anche i numerosi atti di inciviltà (liti, aggressioni, vandalismi) che l’anno scorso hanno spesso trasformato il ghiacciaio in una sorta di Far West. I provvedimenti restrittivi hanno però fatto montare la protesta sul web, anche perché le agenzie specializzate e le società delle guide hanno già «saccheggiato» i pochi posti letto disponibili e per gli altri la possibilità di trovare una sistemazione è quasi nulla. «Si deve modificare l’immaginario collettivo – sottolinea Giglio – per far capire che ci sono altre vette belle da scalare sulle Alpi, non c’è solo il Monte Bianco». La montagna si conferma così sempre di più un business, a tutte le latitudini: per l’ascensione dell’Everest nella stagione primaverile è stato concesso il permesso a 30 spedizioni (300 alpinisti) che verseranno nelle casse del governo nepalese oltre 3 milioni di dollari.