Libero, 11 aprile 2019
Venticinque milioni di italiani in sovrappeso
Metà degli abitanti della penisola segue perennemente un regime alimentare snellente, ma – purtroppo – con scarsi risultati se consideriamo che ben 25 milioni di italiani, tra adulti e bambini, sono in sovrappeso o addirittura obesi, in base al primo report Italian Obesity Barometer, realizzato in collaborazione con l’Istat. Nel dettaglio risulta che il 46% degli adulti, cioè oltre 23 milioni di persone, nonché il 24% dei minori, quindi 1,7 milioni di individui, è afflitto dall’adipe in esubero. Altro che dieta mediterranea e buoni propositi in vista della prova costume! La cura dimagrante nel Bel Paese è quella cosa che, preceduta da ogni eccesso e dal soddisfacimento di qualsiasi peccato di gola seguito da lacrime di coccodrillo, inizia il lunedì mattina con uno yogurt e due fette biscottate, prosegue con un’insalata scondita e termina 8 ore dopo. Perché – parliamoci chiaro – si può resistere a tutto ma non ad un bel piatto fumante di pasta al forno, alle polpette della nonna, al tiramisù della mamma e così via. Pochi minuti di intenso piacere destinati a depositarsi lì sul fianco sotto forma di ciccia che non ci lascerà mai più.
UN RITUALE
A fare i conti con la bilancia, a quanto pare, sono in particolare gli uomini. I più rotondetti abitano in città e nelle regioni del Mezzogiorno, dove per tradizione i pranzi in famiglia durano ore, le porzioni sono generose ed il cibo costituisce l’elemento fondamentale di ogni avvenimento importante dell’esistenza di ciascuno, dalla nascita alla morte, tanto che c’è l’usanza di fare recapitare o consegnare alle famiglie che hanno subito una perdita e sono quindi in lutto vivande e prelibatezze. Per non parlare dell’uso di recarsi persino in spiaggia muniti di teglie di lasagne e polpettoni provenienti direttamente da casa. Nel Meridione, dove il 32% dei bimbi ed il 26% dei teenager sono paffuti, l’abitudine di rimpinguare i pargoletti come fossero tacchini, al fine di scongiurarne un improbabile deperimento organico, condanna alla grassezza un bambino o adolescente su tre. Avere qualche chilogrammo di troppo non sarebbe una tragedia, se in gioco ci fosse solo l’impossibilità di entrare in jeans attillati ed in vestiti taglia 40. Tuttavia, ciò che si rischia è un bene prezioso, ossia la salute. Infatti, sovrappeso e obesità predispongono a malattie come il diabete, l’infarto, l’ictus ed il tumore. Insomma, non vi è dubbio che convenga essere magri. Ma il problema è: come? Cure che promettono miracoli ne abbiamo in abbondanza. Spendiamo milioni di euro in prodotti dimagranti, ci iscriviamo in palestra, consultiamo i più rinomati specialisti, seguiamo diete di ogni genere, dalla dissociata alla proteica, da quella della banana a quella mima-digiuno, dalla detox alla Dukan, facendoci trascinare dalle mode del momento. Eppure, il più delle volte, i nostri sforzi si rivelano inefficaci oppure i chilogrammi persi vengono recuperati quasi subito e con gli interessi.
STILE DI VITA
Forse l’errore consiste nel considerare la dieta non come uno stile nutrizionale sano da acquisire e mantenere, bensì come un periodo di ristrettezze e rinunce transitorio, che comincia a starci stretto nel giro di qualche settimana al massimo. Insomma, ci manca un’educazione alimentare. Abbiamo tanto cibo a disposizione e ne consumiamo altrettanto, anche quando non ne avremmo bisogno o siamo già satolli. È il paradosso a cui conduce ed induce la bulimica società dei consumi, la quale mira a trasformarci in divoratori famelici di porcherie. E, infine, in ciccioni. Le donne sono più virtuose e mostrano un tasso di obesità inferiore rispetto agli uomini, 9,4% contro 11,8%. Sarà anche per questo che viviamo più a lungo dei maschi? Può darsi. Certo è che il gentil sesso avverte come ineludibile l’obbligo sociale di corrispondere ai canoni estetici dominanti che lo vogliono asciutto e scattante. Ed in questa corsa a perdifiato verso la forma perfetta colpisce un’amara constatazione: mentre una parte del mondo porta avanti una guerra sanguinaria contro il lardo, l’altra parte crepa ogni dì per mancanza persino di un tozzo di pane raffermo.