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 2019  aprile 11 Giovedì calendario

La prima volta a 15 anni

Arrivano alla prima volta impreparati perché in casa non si parla di sesso. E poi figurarsi se i ragazzi fanno domande così intime a mamma e papà: solo uno su 5 quando ha un dubbio chiede ai genitori. Tutti gli altri vanno sul web. Dispensatore di ogni informazione possibile e immaginabile. I giovani e la sessualità è il tema dell’indagine condotta da Skuola.net, con il Laboratorio di studi longitudinali in Psicologia dello sviluppo dell’università di Firenze, e Durex. Il campione è significativo, oltre 10.500 ragazzi e ragazze tra 11 e 25 anni. Uno su tre ha già avuto rapporti sessuali completi. In buona percentuale (40%) la prima volta è arrivata tra 15 e 16 anni anche se c’è un 6% che l’ha fatto già a 11- 12 anni. Un dato è curioso: il 30% degli intervistati dichiara di farlo raramente come se, tolta la curiosità, calasse la voglia di continuare l’esperienza.

SI CERCA SU INTERNET
«In adolescenza è molto importante il tema dell’esordio sessuale, molto più della continuità dei rapporti», spiega Elisabetta Todaro, psicoterapeuta e sessuologa dell’Istituto di Sessuologia clinica di Roma. «Per i maschi può rappresentare una sorta di "iniziazione" sociale, la possibilità di acquisire sicurezze e riconoscimento. Per le ragazze, invece, può avere un valore più personale perché è associata alla perdita della verginità». Tutti usano internet, soprattutto per cercare informazioni. Lo fa il 64% sei ragazzi. Bocciata invece l’educazione sessuale a scuola, anche nei pochi casi in cui si fa: circa 2 studenti su 3 l’hanno giudicata inutile perché si è parlato di cose che sapevano già. Mentre con i genitori non si parla di sesso (60%).
«La rete - spiega Todaro - rappresenta oggi la fonte più immediata e privata per evitare l’imbarazzo di dover chiedere ai genitori che fare se il preservativo si è rotto oppure che cosa succede se si perde l’erezione all’inizio del rapporto » . Imbarazzo che peraltro è anche dei genitori, che magari non fanno salti di gioia davanti a certi quesiti. O non sanno rispondere appropriatamente. «Tutto questo - prosegue la sessuologa - è assolutamente normale e non è necessario farsene una colpa. Piuttosto sarebbe utile creare contenuti affidabili e scientificamente fondati che i ragazzi possono trovare in rete e fornire ai genitori linee guida pratiche su come orientare il proprio figlio verso persone competenti». L’indagine ha preso in esame anche la conoscenza dei vari metodi contraccettivi, a cominciare dal preservativo: circa l’81% sa che protegge da malattie sessualmente trasmissibili e il 69% da gravidanze indesiderate. E circa il 79% dei ragazzi lo ha usato durante il primo rapporto sessuale. Solo il 52%, però, lo utilizza sempre.
QUANTO RISCHIANO
Ma la cosa più allarmante è che proprio quelli che hanno rapporti occasionali prendono meno precauzioni: chi ha rapporti con lo stesso partner in un caso su due usa sempre il profilattico, percentuale che sale al 57% tra chi ha una relazione nata da poco. Mentre chi ha rapporti occasionali utilizza il condom al 47%. Il coito interrotto, rischioso sia per le gravidanze indesiderate che per le malattie sessualmente trasmesse, è utilizzato dal 23% dei ragazzi. «Oltre che per proteggersi da entrambi i rischi aggiunge l’esperta - i ragazzi dovrebbero abituarsi all’uso del preservativo, anche perché uno degli ingredienti per una buona vita sessuale è sentirsi in una condizione di libera scelta e parità con il partner e godersi il rapporto sessuale senza timore dei rischi».
Per aumentare la consapevolezza dei più giovani sui temi della sessualità è partito il progetto- pilota "School of love", promosso da Skuola.net e Durex con la supervisione scientifica dell’équipe "Young Zone" dell’Istituto di Sessuologia Clinica. Gli esperti sono andati in alcune scuole superiori (a Roma, Latina, a Busto Arsizio il 16 aprile) per tenere delle ‘lezioni’: «Spieghiamo ai ragazzi a cosa serve il preservativo e come va usato correttamente. Ma anche come si contraggono le infezioni sessuali, quali sono i segnali e come affrontare i sintomi, come e dove possono fare un test per l’Hiv», spiega Todaro, che coordina il progetto.
E visto che si tratta di generazione digitale è prevista anche la partecipazione di uno You Tuber che cura l’aspetto social dell’evento insieme a Skuola.net per rendere più accattivante il format, che si conclude sempre suggerendo ai ragazzi i siti più affidabili a cui fare riferimento come quello dell’Istituto Superiore di Sanità (www.iss.it) o quello dell’Istituto di sessuologia clinica (www.youngzone.it). E speriamo che clicchino quelli.