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 2019  aprile 10 Mercoledì calendario

Chi sono e cosa fanno i pasdaran

La decisione dell’Amministrazione Trump di inserire nella lista delle organizzazioni terroristiche “Sepah Pasdaran”, ossia la Guardia Rivoluzionaria iraniana, è un passo mai intrapreso finora. Si tratta infatti di una decisione estrema perché equivale ad accusare del peggior crimine di cui ci si possa macchiare non solo l’esercito di una nazione, anzi il corpo scelto militare della teocrazia islamica, ma anche la massima autorità politica-religiosa dell’Iran, ovvero la ‘Guida Suprema’ Alì Khamenei, essendo colui che decide i vertici dei Guardiani.
Quando venne fondata nel 1979 dal predecessore di Khamenei, il grande ayatollah Khomeini, la Guardia era una milizia “religiosa” che aveva il compito di difendere i valori della Rivoluzione islamica e non i confini dello Stato iraniano come sono tenuti a fare gli eserciti. Negli anni si è trasformata in un braccio delle forze armate ma continua a difendere non il popolo iraniano, quanto il regime teocratico.
La ‘Rivoluzione’, secondo la Guida Suprema però va difesa sia sul territorio domestico dai dissidenti, sia fuori per depotenziare i nemici stranieri e aumentare al contempo l’influenza della Rivoluzione ovunque nel mondo. A occuparsi del fronte straniero sono i Pasdaran della brigata al-Quds ( Gerusalemme), diventata sempre più potente a partire dalla guerra contro l’Iraq negli anni 80. Il Segretario di Stato americano Pompeo nel motivare la storica decisione ha enunciato anche gli attentati che nei decenni sono stati compiuti dai Pasdaran della brigata al-Quds contro soldati e civili americani. Oggi gli uomini più potenti dell’Iran dopo la Guida Suprema sono i generali Ali Jafari e Qasem Soleimani, dal 1998 a capo di al-Quds. Soleimani era già entrato nella Guardia Rivoluzionaria ai tempi dell’attentato a Beirut contro i marines e da quando è al comando di al-Quds è riuscito a espandere l’influenza dell’Iran in molti paesi completando la cosiddetta mezzaluna sciita, che va dall’Iraq alla Siria passando per Yemen, Barhein e Libano. È anche la forza politica più potente del paese. I suoi ex comandanti siedono alle leve del potere.
Nel 2005, quando Mahmoud Ahmadinejad venne eletto presidente per la prima volta, mise i comandanti dei Pasdaran nei ministeri chiave. Ahmadinejad venne in cambio appoggiato dai Pasdaran per la sua rielezione molto controversa nel 2009, quando si alzò l’Onda Verde delle protese.
Subito dopo però il presidente tentò di indebolire il clero. L’attrito tra Khamenei e Ahmadinejad continuò a crescere fino a quando i pasdaran non gli voltarono le spalle e tornarono ad ubbidire agli ordini di Khamenei. Per motivi di affari, non certo religiosi. Dai Pasdaran, che sono circa 120 mila, dipendono inoltre anche i famigerati basiji che durante l’Onda Verde uccisero molti manifestanti.
“La decisione di Washington è sacrosanta anche se tardiva e minerà le fondamenta del regime perché colpisce anche sotto il profilo economico. Oggi il Sepah Pasdaran è l’autorità più potente militarmente, politicamente ma anche economicamente. Parliamo di un ambiente costituito da milioni di persone, se si considera che solo i basij sono un paio di milioni. Ai vertici dei Pasdaran la Guida Suprema ha trasferito la proprietà di molte società nel campo dell’energia petrolifera, istituzioni finanziarie, banche. Questi, a loro volta, hanno ingaggiato familiari e amici per creare altre società che lavorano nell’indotto. I Pasdaran sono cioè a capo del sistema politico-economico che costituisce la spina dorsale dell’economia iraniana”, sottolinea Esmail Mohades della Resistenza Nazionale Iraniana uscito dall’Iran dopo aver partecipato alla Rivoluzione contro lo scià. La Guardia Rivoluzionaria riceve inoltre concessioni per tutti i grandi progetti infrastrutturali: dighe, strade o costruzione di porti o aeroporti. Oltre a ciò, controlla i porti e gli aeroporti – e quindi l’intero mercato – importazioni ed esportazioni e soprattutto il mercato nero. Può portare merci nel paese o portarle fuori senza pagare dazi o tasse. Da oggi chi farà affari con molte società iraniane incapperà nelle sanzioni penali ed economiche americane.