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 2019  aprile 10 Mercoledì calendario

A scuola d’anoressia

“Ti sei abbuffata ieri? Sei stata cattiva, adesso resti in punizione, ma soprattutto va in bagno ed espelli il cibo deglutito”. “È vietato mangiare cibo superiore alle 500 calorie giornaliere, chi oltrepassa quella soglia deve fare palestra e tornare nei limiti di peso. Bisogna restare magre”. Un lavaggio del cervello quotidiano, fino a costringere le “adepte” a rientrare nei parametri di peso richiesti e considerati nella norma. L’ultima deriva “social” è una specie di addestramento all’anoressia.
Le vittime sono una trentina di ragazze in giro per l’Italia, tutte adolescenti, a cavallo tra minore e maggiore età, tra loro anche una quindicenne. A sorprendere, oltre alla notizia nuda e cruda, è da una parte la mente che imponeva le direttive comportamentali, ossia una sedicenne residente in Veneto, dall’altro il sistema utilizzato: un semplice gruppo Whatsapp a cui, nel tempo, avevano aderito sempre più giovani affette dal medesimo disturbo. A differenza di altre fattispecie, in questo caso la mente dell’operazione, il ‘guru’ come si usa dire in gergo, era lei stessa una vittima.
Quando i cyber 007 della Polizia postale e delle Telecomunicazioni sono arrivati a lei, si sono trovati davanti una ragazzina con un grave deficit alimentare. La storia sarebbe andata avanti chissà per quanto tempo se uno dei nodi della catena non avesse deciso di ribellarsi al “gioco” perverso. Si tratta di una 18enne di Ancona che nel dicembre scorso ha compiuto il passo decisivo: “Si è presentata un pomeriggio al termine di uno degli incontri dedicati agli studenti delle scuole proprio in materia di reati online e i rischi della Rete. Era accompagnata da una delle sue insegnanti, davanti mi sono trovata una ragazzina magra, triste e impaurita”. A parlare è Cinzia Grucci, dirigente della Polizia postale delle Marche: “Rotta la timidezza ci ha preso per mano e fatto entrare nel delirante mondo in chat di quel gruppo di ragazze anoressiche. Pensavamo di trovarci davanti a una persona adulta, poi le indagini ci hanno portato alla sedicenne, capace di tenere il controllo di tutte le sue vittime. Nessuna, a parte la ragazza anconetana, era riuscita a rompere quella catena. Una addirittura ha tentato il suicidio ed è stata salvata in extremis”.
Adesso l’indagine è passata nelle mani della Procura dei minori che dovrà stabilire quale provvedimento infliggere alla ragazzina amministratrice del gruppo. Nel periodo dei falsi miti e delle fake news, la Rete gioca sempre più un ruolo decisivo, soprattutto per le nuove generazioni. I reati commessi online sono in forte e costante aumento, in particolare quelli legati alla sfera pornografica e pedopornografica. Foto di minorenni rubate da coetanei e mostrate sui social, spesso con l’aggravante della richiesta estorsiva, senza considerare la deriva del cyberbullismo: “Il furto di identità è ormai comune e si associa alla diffusione di materiale pornografico. Nonostante l’aumento delle querele, molti fenomeni restano ancora sommersi. Tutte forme di bullismo in Rete, una brutta piega che tentiamo di limitare con una lotta quotidiana” spiega Cinzia Grucci. Secondo quanto emerso dai risultati di una recente indagine di Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza sul corretto uso di Internet, su circa 8 mila adolescenti di 18 Regioni italiane, bullismo e cyberbullismo sono in crescita. Analizzando la fascia del campione tra i 14 e i 18 anni, salgono infatti al 28% le vittime di bullismo (nel 2017 erano il 20%, mentre circa l’8,5% è preso di mira sul web e sui social (6,5% lo scorso anno). Circa l’80% di questi ultimi, è oggetto di insulti e violenze sia nella vita online che in quella reale. Tra le vittime sistematiche delle prevaricazioni digitali il 59% ha pensato almeno una volta al suicidio.