Corriere della Sera, 10 aprile 2019
La coccole tra Matteo Salvini e Francesca Verdini
Lei incede a occhi chini e un passo dietro al suo uomo. Matteo Salvini la guida tenendola per mano, quasi la tira. Il piglio, più che da cavaliere, è da condottiero o da capitano. Francesca Verdini, abito nero e poco trucco, da cena elegante, però elegante davvero, entra alla Scala per la serata inaugurale del Salone del Mobile ed è il suo debutto da fidanzata del ministro a un evento istituzionale. In lungo, spalle e scollatura celati da una pudica stola, schiva con lo sguardo i fotografi. Non è Elisa Isoardi che, sbarcando con lo stesso Salvini al Festival di Venezia, attraeva i flash con il pensiero e con uno spacco da farfallina di Belén. Francesca no, sembra aver studiato da fidanzata di ministro: ha occhi solo per lui e sorrisi costumati per tutti. È figlia di un politico, d’altra parte. E pazienza se, su quel Denis Verdini, Salvini twittava gentilezze tipo «mi fanno schifo i traditori».
La sorpresa dell’esordio ufficiale della coppia, 26 anni lei, 46 lui, sono le effusioni da adultescenti. Lei cerca il contatto spalla a spalla mentre nel foyer brindano col sindaco Beppe Sala, o cerca la sua mano, al concerto diretto da Riccardo Chailly. Si toglie la stola solo per la cena sul palco, con risotto e cotoletta alla milanese. I due siedono, fra gli altri, col sottosegretario Michele Geraci, il presidente dell’Ice Carlo Maria Ferro, il presidente della Fondazione Fiera Milano Giovanni Gorno Tempini e la vicepresidente della Camera Mara Carfagna e il compagno Alessandro Ruben. E tubano. Francesca gli accarezza la spalla, i capelli, lo bacia a più riprese. Qui, la ragazza del passo indietro, con grazia, sorpassa a sinistra il maschio alfa. E le coccole ministeriali, essendo impossibili da ignorare, si fanno argomento di conversazione conviviale. Raccontano i presenti che Carfagna e Ruben si rallegrano coi due, perché, di solito, a tavola, sono gli unici teneroni. Seguono aneddotica e chiacchiere su lui che è dimagrito perché Francesca lo fa correre tutte le mattine. Tanta energia non era scontata. C’è chi fra i suoi gli aveva sconsigliato di uscire allo scoperto così presto. Venti giorni e già erano al cinema coi pop corn e Dumbo. In tempi di papà ingombranti, da Renzi a Di Maio, il vulnus è Verdini padre, per il processo per bancarotta che l’attende in Cassazione. Ma hanno vinto le ragioni del cuore.
Giancarlo Magalli, che era seduto dietro di loro alla prima di Dumbo, racconta al Corriere: «Erano appiccicati. Soprattutto lei a lui. Gli prendeva la faccia in mano, lo baciava con impeto, tanto e di continuo. E non è che lui scappasse. Era pieno di bambini, ma tanta veemenza ci ha fatto sorridere tutti».
Alla Scala, la serata finisce coi saluti a Diego Abatantuono. «Con Matteo abbiamo scherzato sul Milan», dice l’attore, «era in forma. Non solo perché non era vestito da poliziotto o pompiere, ma proprio ho percepito una certa felicità. Mi ha ricordato me e mia moglie agli inizi, 35 anni fa. Aveva la stessa faccia beata di chi sa di piacere all’amato».