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 2019  aprile 09 Martedì calendario

Pioggia di denaro dal Qatar sulle moschee estremiste

Si erano già fatti conoscere tre anni fa con la pubblicazione di Nos très chers émirs, un libro-inchiesta esplosivo in cui denunciavano i rapporti torbidi tra la Francia e il Qatar, e soprattutto le liaisons dangereuses tra l’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy e gli emiri del Qatar. Ora, Christian Chesnot e Georges Malbrunot, giornalisti esperti di Medio Oriente che nel 2004 furono presi in ostaggio dall’Esercito islamico dell’Iraq, tornano nelle librerie con il secondo capitolo del loro lavoro di investigazione, Qatar Papers, dal quale emerge che il Qatar, attraverso la ong Qatar Charity, ha finanziato 113 moschee e centri islamici in tutta Europa sborsando 71 milioni di euro, e che l’Italia è stato il principale beneficiario dei soldi qatarioti: 22 milioni di euro, attraverso i quali le antenne islamiche italiane hanno potuto affinare 45 progetti di moschee e centri islamici e irrigare l’Italia con l’ideologia dei Fratelli musulmani. «Era la fantasia di un vecchio sceicco che cercava di accendere l’immaginazione del suo pubblico? In ogni caso, ecco quello che nel 2007 Youssef al-Qaradawi ha detto ai telespettatori della televisione nazionale del Qatar: «La conquista di Roma, la conquista dell’Italia e dell’Europa. Questo significa che l’islam tornerà in Europa ancora una volta. Si può dire che questa conquista si farà attraverso una guerra? No, non è necessario. Esiste la conquista pacifica, e la conquista pacifica è uno dei principi di questa religione. Prevedo che l’islam tornerà in Europa senza ricorrere alla spada. Questo sarà fatto attraverso l’indottrinamento e le idee», si legge nel decimo capitolo di Qatar papers, interamente dedicato all’Italia. Ma chi sono stati i principali beneficiari dei finanziamenti qatarioti? Davanti a tutti, svettano le moschee legate all’Ucoii (Unione delle comunità islamiche d’Italia), fondato da Hamza Roberto Piccardo, che, per chi non se lo ricordasse, è colui che su Facebook, nell’estate del 2016, disse che «anche la poligamia è un diritto civile». Soprattutto al nord, tra Saronno, Piacenza, Bergamo, Sesto San Giovanni, Brescia e Alessandria, i soldi qatarioti hanno consentito all’Ucoii di spargere l’ideologia dei Fratelli musulmani attraverso centri e luoghi di culto, anche se è in Sicilia che il Qatar ha finanziato più progetti: ben 11. In realtà, nessun angolo d’Italia è stato dimenticato dal Paese del Golfo: luoghi di culto islamici sotto influenza qatariota sono spuntati anche a Vicenza, Modena, Ravenna e Napoli, a conferma che il piano di conquista di Doha è ben rodato e capillare. Anche il nome del primo dei cinque figli di Hamza Roberto Piccardo, Davide, responsabile del Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano e Monza e Brianza (Caim), figura esplicitamente in una lettera di raccomandazione del 27 gennaio 2015 firmata dallo sceicco al-Qaradawi, leader spirituale dei Fratelli musulmani e voce di punta di Al Jazeera, noto per le sue posizioni in favore della pena di morte contro gli apostati che abbandonano la religione maomettana. Ecco quanto scritto nel documento rivelato dai due giornalisti francesi: «Il Coordinamento delle associazioni islamiche (Caim), una delle più attive associazioni islamiche senza scopo di lucro nella città di Milano, in Italia, ha varie attività educative ed è impegnata nell’insegnare il Corano, educando giovani musulmani e preparandoli a prendersi cura di 209 nuovi convertiti, mentre invita i non musulmani ad avvicinarsi all’islam. Stanno progettando di costruire a Milano un grande centro islamico, costituito da una moschea e diversi centri educativi. Dopo molti sforzi e conflitti con le autorità competenti, sono riusciti a ottenere infine l’autorizzazione necessaria. È un grande progetto che ha bisogno di supporto. Le persone responsabili di questo progetto sono persone fedeli. Loro hanno lavorato al servizio dell’islam da lì. I loro rappresentanti sono Yassine Baradai e David Hamza Piccardo. Le persone buone e giuste dovrebbero aiutare questa organizzazione».

Nel libro, Chesnot e Malbrunot scrivono anche che a Roma, il centro Al-Houda, dove la partecipazione di Qatar Charity ammonta al 70% dell’intero finanziamento (4 dei 5,7 milioni di euro complessivi), mira a competere con la Grande Moschea di Roma, storica istituzione musulmana e bastione dell’islam moderato. Ovviamente, in queste pagine incandescenti, che provano a scuotere la comunità europea dal suo approccio ingenuo verso l’islam, c’è molto spazio anche per la Francia. Si scopre, per esempio, che Tariq Ramadan, il santino degli islamici europei e della sinistra islamofila oggi sotto accusa per stupro, riceveva ogni mese uno stipendio di 35mila euro dagli emiri di Doha, e si scopre che anche il primo liceo musulmano di Francia, il Lycée Averroès, ha ricevuto 3 milioni di euro da parte del Qatar, per indirizzare preside e professori sui binari dell’ideologia dei Fratelli musulmani. A quando una legge che vieterà i finanziamenti stranieri in Italia, e più in generale in Europa?