Libero, 9 aprile 2019
Una nuova malattia causata dalla marijuana
È una nuova sindrome, fino a poco tempo fa ancora sconosciuta e non diagnosticata, che insorge con improvvisi episodi di grave nausea e vomito, accompagnati da dolori allo stomaco insensibili alle comuni terapie per questo tipo di manifestazioni, al punto che i pazienti devono poi essere ricoverati e messi sotto fleboclisi per evitare la disidratazione e il decadimento delle condizione generali. È stata chiamata CHS, acronimo in inglese di Sindrome da Iperemesi da Cannabinoidi, una sintomatologia che colpisce i consumatori abituali di marijuana, che è in crescita in tutto il mondo e che preoccupa i medici, poiché non esiste una cura specifica, se non smettere, per chi ne è colpito, di assumere questa sostanza. L’allarme è stato lanciato nel 2004 da uno studio australiano, che per primo ha documentato un forte aumento delle visite al pronto soccorso, connesse al consumo di marijuana dopo la legalizzazione, (per ragioni mediche nel 2009 e a scopo ricreativo nel 2014 nello stato del Colorado), ed altri recenti studi clinici nel resto degli Stati Uniti ed in tutta Europa, stanno attualmente confermando che la CHS potrebbe essere molto più comune e più frequente di quanto si pensi. La curiosità scientifica è che questa nuova sindrome compare improvvisamene in soggetti che fumano da anni la marijuana, senza che prima avessero mai accusato alcun problema medico o clinico acuto, per cui durante il loro accesso in ospedale in preda ai conati di vomito e dolori addominali, gli stessi pazienti non hanno mai denunciato l’uso abituale dei cannabionoidi, deviando l’orientamento diagnostico dei sanitari, che per anni non sono stati in grado di attribuire tale sintomatologia ad alcuna patologia batterica, virale o infiammatoria dell’apparato digerente.
IL THC NON C’ENTRA
Fino a due decenni fa infatti, la sindrome era completamente sconosciuta, ma all’inizio degli anni 2000 una serie di ricercatori ha iniziato a sospettare che i problemi legati allo stomaco, accompagnati da grave nausea, potessero derivare dall’uso abituale e ripetuto di cannabis, registrando fino a 3 milioni di americani all’anno ricoverati con tale sintomatologia che non corrispondeva a nessun’altra malattia nota. Da malessere “semi sconosciuto” oggi questa patologia colpisce milioni di persone all’anno, e l’unico trattamento definitivo che è stato identificato è l’abbandono completo dell’uso della marijuana, perché i pazienti per i quali è stato trovato sollievo per i sintomi di CHS, nel momento in cui hanno provato a fumare di nuovo, hanno visto ricomparire i sintomi della nuova sindrome, con una ricaduta nei giro di uno o due mesi. Le cause della sintomatologia non sono state ancora ben identificate, ma è opinione comune che la sindrome potrebbe non essere scatenata dai principi attivi più rilevanti della cannabis, ovvero il Thc e il cannabidiolo, bensì alle sostanze usate nella coltivazione della pianta, come i pesticidi, o al trattamento dopo il raccolto. Inoltre potrebbero avere un ruolo anche farmaci od altre sostanze che, combinate con la marijuana, potrebbero scatenare l’effetto iperemetico, come anche è stato chiamato in causa l’acquisto in rete di tali sostanze, su siti non legali che sfuggono ai rigorosi controlli chimici e farmaceutici.
EFFETTI TOSSICI
Come suggerisce il nome stesso, questa sindrome scatena violenti attacchi di vomito, anche sei in una sola ora, con gravi sintomi di nausea e dolore gastrico, innescando un processo di disidratazione, sensazione di grave debilitazione e perdita repentina di peso corporeo. Il paradosso è che la cannabis, laddove è legale, viene prescritta proprio per ridurre tali sintomi, spesso associati a malattie oncologiche, per cui si rafforza l’idea, ancora da verificare chimicamente, di contaminazioni estranee che avrebbero un effetto tossico sull’uomo, scatenando una sindrome molto simile a quella da avvelenamento. L’unico rimedio clinico individuato dagli stessi pazienti per alleviare i sintomi della CHS è quello di fare dei bagni caldi ad alta temperatura nella fase più delicata del decorso patologico, senza però che la situazione si risolva o guarisca.
MILIONI DI CASI
La rivista Basic & Clinical Pharmacology & Toxicology, denuncia la preoccupazione degli esperti, non solo perché le ricerche attuali fanno emergere quanto ancora sono poco conosciuti gli effetti della cannabis, soprattutto quelli e medio e lungo termine, ma anche perché essendo in molti paesi legale a scopo terapeutico va assolutamente vigilato e controllato il modo in cui viene coltivata e le possibili contaminazioni ad effetto tossico per il corpo umano. È stato calcolato che la sindrome CHS colpisce milioni di persone ogni anno, ma essendo una “nuova patologia” non sempre viene riconosciuta e diagnosticata, per cui è stata segnalata in tutti i reparti di medicina d’urgenza degli ospedali statunitensi ed europei, per educare i sanitari a non escluderla durante le indagini cliniche che non rispondono agli esami ematologici e strumentali standard per questi tipi di sintomatologie.