Corriere della Sera, 9 aprile 2019
I liceali di Prato campioni di matematica
Dicono che Annalisa sia veloce come un computer. E che Sabrina sia insuperabile nella logica. Sergio e Susanna, invece, non hanno rivali nel problem solving. Tutti hanno una passione innata per l’arte dei numeri e per le speculazioni aritmetiche. Frequentano la prima classe del liceo scientifico San Niccolò di Prato e hanno anche un cognome, naturalmente: Pucci, Chen, Dai e Yang. E sì, perché la super squadra che ha vinto un prestigioso concorso di matematica a Roma, superando 520 classi di studenti preparatissimi arrivati da tutta Italia, è composta da un’italiana e tre cinesi. Un team multietnico arrivato nella Capitale da una classe, una scuola e una città, Prato, nelle quali la comunità cinese ha un ruolo importantissimo e non solo numericamente.
«Ma nessuno dei ragazzi e dei professori ha pensato di organizzare una squadra in base alle nazionalità, ma soltanto una formazione fortissima», spiega con un sorriso Mariella Carlotti, preside del liceo scientifico San Niccolò, una scuola cattolica privata paritaria d’eccellenza molto ambita in città anche dagli oltre trentamila cittadini (ma i numeri reali sembra siano molti di più) della comunità orientale.
E se chiedete ad Annalisa Pucci come si è trovata con i compagni nati in Italia, ma ancora cinesi almeno sino a 18 anni, lei vi guarderà con meraviglia. E risponderà: «Ma questi sono i miei compagni, che domande sono?». Gli altri, statene certi, faranno eco: «Annalisa è una di noi».
Da quando la preside ha deciso di obbligare tutti gli studenti del liceo, cinquecento di cui 150 cinesi, a parlare italiano non solo in classe ma anche durante la ricreazione, le assemblee e ogni tipo di attività anche ludica, l’integrazione è aumentata. Una delle vincitrici, Susanna Yang, parla ormai solo italiano.
E lo sapete chi ha suggerito questa idea alla capo istituto? «È stata una mamma cinese – risponde Mariella Carlotti – che un giorno mi ha detto di essere orgogliosa che suo figlio fosse e rimanesse cinese, ma che era nato in Italia e dunque era anche italiano e doveva integrarsi. “Signora preside, lo obblighi a parlare la lingua di questa terra magnifica”, mi ha detto. E io ho cambiato il regolamento». Che gli è costato non poche polemiche e anche qualche contestazione dai giovani del Pd. «Pensi un po’, il partito al quale io sono vicina», rivela la prof.
Il liceo San Niccolò ha anche deciso di formare classi con almeno il 70 per cento degli italiani. «Altrimenti non ci sarebbe stata integrazione – spiega la professoressa Benedetta Pacini – e senza integrazione non si studia come si deve».
I ragazzi che hanno vinto il concorso organizzato da Tokalon Matematica, un’associazione di didattica della matematica, e patrocinato dall’Università degli studi di Roma Tre, Creativamente e Cinecittà World, sono tutti studenti eccellenti. Due di loro hanno la media del nove in tutte le materie, gli altri superano quella dell’otto.
La loro insegnante di matematica, Giuditta Bettarini, quando hanno vinto si è commossa: «A dir la verità – racconta – mi sono emozionata anche mentre gareggiavano per il fortissimo spirito di squadra. Questo mi ha fatto sentire fiera di loro, sono fantastici a scuola e nella vita». La prof ricorda poi un altro momento in cui si è sentita particolarmente felice e orgogliosa di questa esperienza: «Quando qualcuno mi ha chiesto quanti ragazzi cinesi avessi in classe, io non ho saputo rispondere immediatamente – dice l’insegnante —. E anche i miei allievi vincitori del concorso, sono sicura, non sarebbero riusciti a fare velocemente questo calcolo. Perché in classe siamo proprio tutti uguali».