Corriere della Sera, 9 aprile 2019
Le isole in vendita
L’isola delle Femmine è uno scoglio a poche centinaia di metri dalla costa, nel tratto compreso tra Punta Raisi e Mondello. Da più di vent’anni è una riserva naturale, tutelata dalla Regione Sicilia. E tuttavia a dar retta al sito della Romolini immobiliare che l’ha in vendita per c onto di un privato, i resti della torre in rovina che s’intravvede già da Capaci «potrebbero costituire il punto di partenza per un’abitazione»; per cui l’isola, con i suoi 15 ettari di rocce e cespugli, con «vasche romane, ruderi medievali e spiaggia privata», è valutata tra i 2 e i 3 milioni. Il caso delle Femmine non è l’unico: sono varie le isole italiane attualmente in vendita, come segnala il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, che in un esposto ai ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali chiede che se ne «verifichi lo stato dei vincoli ambientali» per impedire che «vengano compiute trasformazioni urbanistiche rilevanti».
L’isola di Capo Passero, ad esempio, davanti Portopalo, era ugualmente una riserva. Poi un ricorso della proprietà ha aperto la strada alla sua vendita per 10 milioni di euro a una cordata di investitori mantovani, intenzionati a costruirci sopra un resort di lusso. La Soprintendenza ha dato parere favorevole al progetto, per poi ricredersi dopo l’intervento di Legambiente. Il sito di PrivateIslandsOnline propone l’acquisto di uno scoglio nel Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, Cerboli, al prezzo di 4 milioni. Con un’avvertenza: il permesso per recuperare alcuni vecchi ruderi è stato già presentato e respinto. «Ma il ricorso è ancora pendente, e se passasse il valore dell’isola salirebbe enormemente», specificano gli immobiliaristi.
Ecco perché ci sono agenzie che vendono solo isole su cui già si è costruito: come VladiPrivateIslands, che mette in offerta Santa Maria, davanti Marsala, per 17 milioni, insieme a una villa di 460 metri quadri. E infine le isole che si portano via a prezzi di saldo, come Poveglia, nella laguna di Venezia, messa all’asta dal Demanio nel 2014 al prezzo di un euro, e sul punto di finire nelle mani dell’attuale sindaco Luigi Brugnaro (allora privato cittadino) che aveva offerto mezzo milione di euro. Ma il ricorso di un’associazione di veneziani, che aveva proposto un progetto di riutilizzo sostenibile, ha bloccato tutto.